Siria sempre più isolata per la feroce repressione.L’Ue rafforza le sanzioni. Mosca
si oppone
Resta alta la tensione tra Siria e Lega Araba che ha sospeso Damasco per non aver
messo fine, come concordato, alla feroce repressione in corso da mesi contro l’opposizione.
Oggi anche il re di Giordania ha chiesto al presidente Assad di fare un passo indietro.
I ministri degli Esteri della Lega torneranno a riunirsi mercoledi' in Marocco per
rendere effettiva la sospensione e fissare la data di inizio per la missione degli
osservatori. L'Onu preme per la salvaguardia dei civili e in serata si dice pronta
ad intervenire in loro aiuto in ogni momento. La Siria ribadisce che l’isolamento
è una decisione pericolosissima voluta per lo più dagli Usa.Ma che cosa provocherà
la sospensione dalla Lega Araba nei rapporti tra Damasco e la comunità internazionale?
Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Vittorio Emanuele Parsi, docente
di Relazioni Internazionali all’Università Cattolica di Milano:
R. – Isola
sempre di più la Siria rispetto al contesto regionale, al contesto arabo in particolare.
La indebolisce molto e lo abbiamo visto nelle reazioni violentissime che ci sono state
a seguito di questa notizia.
D. – Questa decisione potrebbe essere
controproducente nei confronti della piazza?
R. – No, non credo. Il
regime ha ormai provocato alcune migliaia di morti da quando sono iniziati i disordini,
per cui direi che non c’è alcuna influenza esterna che sia capace di rallentare la
repressione o di esasperarla. Credo piuttosto che, dopo aver concesso circa una settimana
alla Siria per invitare – per l’ennesima volta - il regime a cercare una mediazione
e dopo essersi sentiti sostanzialmente presi in giro da Assad, che aveva detto che
avrebbe fatto qualcosa e non ha invece fatto niente, la pazienza degli arabi si sia
esaurita.
D. – A questo punto al fianco di Damasco rimangono Russia
e Cina, con quali effetti?
R. – L’unico effetto che possano avere è
quello di bloccare una Risoluzione da parte delle Nazioni Unite, che preveda un inasprimento
delle sanzioni e l’adozione di provvedimenti duri nei confronti della Siria. Nel mondo
arabo sono rimasti praticamente soltanto il Libano, che è ancora una specie di feudo
siriano, lo Yemen e l’Iraq. Per cui la mia sensazione è che il regime sia molto isolato,
che non abbia grandi chance di andare avanti; penso che questo grande schiaffo dato
dagli arabi, renda la condizione della Siria molto precaria.
D. – Secondo
molti osservatori, comunque vadano le cose, sarà impossibile – dopo una ricomposizione
della crisi – la presenza nelle istituzioni del regime e dell’opposizione…
R.
– Sì, lo credo anch’io: o vince l’uno o vince l’altro. Non ci sono più spazi per la
mediazione. Io tendo a pensare che il regime sia destinato a cadere in un tempo magari
non immediato, perché ormai non ha più lo spazio per restare in piedi. A meno che
non parta un conflitto interregionale, scatenato dalla questione tra Iran e Israele:
questo potrebbe essere l’unico elemento che cambierebbe talmente il quadro da consentire
magari ad Assad di restare a galla. (mg)
Isolamento della Siria anche
da parte delll’Ue, in linea con la Lega Araba e contro il parere di Mosca. Nuove sanzioni
sono arrivate oggi al regime di Damasco, dai ministri degli Esteri dell'Unione riuniti
a Bruxelles. Al centro del vertice anche Iran, Tunisia e Corno d’Africa. Ce ne parla
Laura Forzinetti