2011-11-14 13:52:53

I vescovi del Portogallo: la crisi mette a rischio la democrazia


“L’attuale situazione nazionale e mondiale può mettere a rischio la democrazia. Risulta sempre più evidente che la politica internazionale non può ridursi, né tanto meno soggiacere ad un oscuro gioco di capitali, che farebbero scomparire la dialettica democratica”. E’ quanto scrive la Conferenza episcopale portoghese (Cep) che, a conclusione della sua Assemblea plenaria tenutasi a Fatima, ha emesso una nota pastorale intitolata “Speranza in tempo di crisi”. Secondo i vescovi, “non si deve cadere nelle mani di nuovi signori senza volto”, ma è necessario salvaguardare “un’esperienza comune e partecipativa dove tutti si possano riconoscere in valori e diritti condivisi, rispettando la verità, quale condizione basica di giustizia e pace sociale”. Il documento, ripreso dal Sir, ricorda che non è la prima volta che i mutamenti storici offrono l’occasione di una nuova presa di coscienza collettiva. Si invita anche ad approfondire i valori cristiani, rilevando una coesistenza di “fattori esterni ed interni” all’origine della crisi. “L’eccessiva speculazione finanziaria e la scarsa consistenza economica del Paese – si legge nel testo - si sono negativamente sommate. Solo il capitale che proviene dal lavoro – scrivono i presuli - realizza la persona umana e le attribuisce una priorità assoluta. L’eccessiva speculazione finanziaria e la scarsa consistenza economica del Paese si sono negativamente sommate. Ci siamo e ci hanno fatto alimentare di aspirazioni che si sono mostrate del tutto impossibili da raggiungere” scrivono i presuli portoghesi che sottolineano, nel contempo, l’importanza ed il rispetto dell’etica produttiva, perché “solo il capitale che proviene dal lavoro realizza la persona umana e le attribuisce una priorità assoluta”. I vescovi rivolgono infine un messaggio di speranza tanto ai cittadini quanto ai migranti maggiormente colpiti dalle difficoltà economiche e dalle incertezze per il futuro. A tutte le istituzioni sociali cattoliche si chiede “una solidarietà attiva, fondata nei valori e nei principi fondamentali della Dottrina sociale della Chiesa, riproducendo l’esempio di Cristo, che con la luce del Natale ha nuova vita ad identiche tenebre”. (A.L.)







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