Cortile dei Gentili a Tirana. Il cardinale Ravasi: c'è sete di spiritualità in Albania
Con un messaggio di Benedetto XVI, si è aperto ieri pomeriggio a Tirana, in Albania,
il Cortile dei Gentili, l’iniziativa del Pontificio Consiglio per la Cultura volta
a favorire il dialogo con i non credenti. Il tema: “In cosa crede chi non crede”.
Partecipa ai lavori, che si concluderanno domani, anche il card. Gianfranco Ravasi,
presidente del Dicastero, che ieri mattina ha incontrato il ministro albanese di Turismo,
Cultura e Sport. Il pomeriggio ha visto protagonisti i giovani. Sentiamo da Tirana
la nostra inviata, Claudia Bumci
Sulla
tappa del Cortile dei Gentili a Tirana, ascoltiamo il cardinale Gianfranco Ravasi
al microfono di Fabio Colagrande:
R. - È una
tappa importante: io parteciperò a tutte le giornate che sono state concepite da loro
- devo dire - con un entusiasmo che mi ha sorpreso. Partiamo con questo evento che
ha un significato particolare e che non è mai stato registrato negli eventi precedenti
di Bologna, di Parigi, di Firenze, di Roma: siamo, infatti, in una regione che è stata
l’unica al mondo che ha avuto per anni nella sua Costituzione l’ateismo come principio
costitutivo dello Stato e quindi con la negazione di qualsiasi possibilità religiosa,
cosa che non avveniva neanche in Unione Sovietica dove, pure con tutte le restrizioni,
era possibile un’attività religiosa. In questa luce, si ha alle spalle una storia
di ateismo pieno, di ateismo nella forma più brutale quasi, per certi aspetti; sappiamo
anche che ha dato persino dei risultati di persecuzione, di omologazione di tutta
la comunità albanese all’insegna di questa negazione. E’ interessante vedere, invece,
l’entusiasmo straordinario che ora hanno avuto nei confronti di quei temi, che erano
sepolti nelle catacombe. L’elemento forse più suggestivo – al di là dei miei interventi
che dovrò fare negli ambienti universitari - sarò all’Università Statale di Tirana,
sarò all’Università Europea di Tirana, che è una delle più importanti private, sarò
all’Università Cattolica, da poco riconosciuta come cattolica – l’elemento più suggestivo,
dicevo, e più significativo ci sarà oggi: infatti dal pomeriggio e fino a notte interverranno
i giovani, ma anche le figure più importanti delle varie religioni e le figure intellettuali
di rilievo - come Ismail Kadare, grande scrittore albanese - e si interrogheranno
- prima in tende diverse e poi tutti insieme su un palco - attorno ai temi della dignità
del lavoro e della realizzazione personale; dell’esperienza della spiritualità e della
fede; e infine della identità e dignità della persona nel flusso della informazione.
Tre temi letti da angolature diverse da credenti e non credenti, che però costituiscono
i nodi fondamentali dell’esistere moderno.
D. - È singolare in questo
caso che un dicastero vaticano si trovi a dialogare direttamente con intellettuali
che appartengono a una tradizione culturale che rappresenta un ateismo militante,
legato al pensiero comunista. Ecco, è veramente un passo nella storia …
R.
- Devo dire che il passo iniziale, forse ancor più emblematico, è stato proprio ad
Assisi: abbiamo intenzionalmente voluto invitare un importante economista, che a livello
europeo è una delle figure più significative, di matrice marxista, il professore austriaco
Walter Baier, che ha certamente rappresentato questo tentativo di dialogo anche con
un’ideologia che ha in sé dei valori - dobbiamo riconoscerlo - oltre al fatto di essere
stata, purtroppo, la causa di tutte le ideologie cristallizzate nell’interno di una
formula statuale e quindi con tutte le sue conseguenze. Questa persona mi ha portato,
devo dire, ad una serie di riflessioni veramente suggestive su questo incontro. Quindi,
io credo che sia possibile anche condurre il dialogo in quest’ambito, ma direi qualcosa
di più: c’è in Albania ormai un desiderio proprio di superare questo passato, in maniera
entusiastica. Forse, noi questo passato non lo abbiamo mai avuto e abbiamo un presente
di ateismo insignificante, di sberleffo, d’ironia, di forme aggressive… Ebbene, tutti
questi elementi vengono da loro ormai del tutto accantonati e ignorati, perché desiderano
molto più conoscere che cosa significhi la spiritualità in una visione dell’uomo completa.
(fd)