2011-11-13 14:30:14

Ossezia del Sud: presidenziali e referendum sulla lingua russa


Giornata di voto oggi in Ossezia del Sud per eleggere il presidente e per votare per un referendum sulla lingua russa. Sono 17 i candidati, un numero elevato che mette in evidenza una frammentazione di schieramenti e di interessi. Cosa cambierà dopo le elezioni e come si evolveranno gli equilibri della zona? Francesca Smacchia ha chiesto un commento ad Aldo Ferrari, docente di Storia del Caucaso all’Università di Venezia:RealAudioMP3

R. - Dato il fatto che tutti i candidati e tutti i partiti sono allineati con quella posizione politica ineluttabile del Paese, vale a dire la forte adesione - o, di fatto, annessione alla Russia - c’è una grande libertà, perché poi vengono ad essere rappresentati interessi, blocchi di potere e comunità strettamente locali. Tutti si riconoscono in questa situazione generale, e ciò è quindi segno di una ricchezza e varietà locale come anche di una sostanziale assenza di vere alternative, data anche dal fatto che vi sono molti candidati.

D. - Cosa cambierà dopo queste elezioni e come cambieranno gli equilibri della zona?

R. - Non ci saranno cambiamenti sostanziali, perché queste elezioni non sono riconosciute a livello internazionale ed avranno quindi solo un valore locale. Serviranno a riaffermare lo status quo che è inaccettabile per la vicina Georgia - di cui farebbe parte l’Ossezia meridionale - ed è inaccettabile anche per la comunità internazionale. Serviranno inoltre a riaffermare il legame con la Russia e a mostrare che questa situazione andrà avanti. Non saranno, perciò, elezioni rilevanti a livello internazionale ma sanciranno una situazione di fatto che vede un forte contrasto tra la comunità internazionale e la Russia, che è l’unico Paese a riconoscere l’indipendenza dell’Ossezia meridionale.

D. - C’è l’influenza russa ma c’è anche l’avanzata della Turchia in questa zona…

R. - La Turchia è, nell’area, il Paese più dinamico. La sua influenza politica ed economica sta crescendo ovunque, non solo nell’Ossezia meridionale. Chiunque giri nel Caucaso meridionale può notare quanto il modello turco - soprattutto l’influsso economico - sia forte. Parliamo di Turchia e di Ankara, ma anche il vicino Azerbaijan sta vivendo un fortissimo sviluppo politico ed economico, soprattutto grazie alle rendite petrolifere. Le posizione dei due Paesi turchi nella regione stanno quindi crescendo sempre più. Dal punto di vista politico, però, la posizione della Russia - soprattutto per quello che riguarda l’Ossezia meridionale - non è assolutamente sostituibile. Va inoltre segnalato che, negli ultimi anni, tra la Turchia e la Russia esiste un accordo sostanziale. Non sono due Paesi in opposizione tra loro ma sono, al contrario, partner nella sfera politica come in quella economica e quindi, anche localmente, le rispettive zone d’influenza si bilanciano senza particolari problemi. (vv)







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