La Chiesa proclama Beato mons. Carl Lampert, martire del nazismo
Non ebbe paura di opporsi al regime nazista e di testimoniare fedeltà a Cristo, e
per questo, nel tragico periodo della persecuzione anticattolica in Austria, fu deportato
e condannato a morte: si tratta di mons. Carl Lampert, che la Chiesa da oggi annovera
nella schiera dei Beati. All'Angelus il Papa ha ricordato questa figura di sacerdote
martire sottolineando che "nel tempo oscuro del nazionalsocialismo, ha visto con chiarezza
il significato della parola di San Paolo: Noi non apparteniamo alla notte nè alle
tenebre" A presiedere, nel pomeriggio, la Messa di Beatificazione a St. Martin in
Dornbirn, nel land austriaco del Voralberg, il cardinale Angelo Amato, prefetto della
Congregazione delle Cause dei Santi. Il servizio di Claudia Di Lorenzi:
Morì pronunciando
i nomi di Gesù e di Maria, a cui testimoniò fedeltà incrollabile nel tragico periodo
della persecuzione anticattolica in Austria, durante la seconda guerra mondiale. E
divenne per tutti, in ogni tempo, modello di amore a Cristo e alla Chiesa. Il sacerdote
austriaco Carl Lampert, pro-vicario dell’amministrazione apostolica di Innsbruck-Feldkirch,
fu vittima delle violenze del regime nazista, a cui manifestò apertamente, con coraggio,
il proprio dissenso: arrestato tre volte, fu internato in due campi di concentramento,
esiliato e condannato alla decapitazione con l’accusa di spionaggio. Una lunga via
crucis che lo condusse al martirio, ma che affrontò restando saldo nella fede, grazie
ad una profonda unione con Dio. E’ quanto evidenzia il cardinale Angelo
Amato, prefetto della congregazione delle Cause dei Santi:
“Carl
Lampert non giunse impreparato all'ora della suprema testimonianza. Prima di morire,
scriveva al fratello Julius: (…) “Una consolazione enorme rappresenta per me l'aiuto
quasi miracoloso di Dio. Pensa che celebro quasi quotidianamente! Un miracolo, sempre
ho il Signore con me nel Santissimo Sacramento!”
Una fede che, piuttosto,
spingeva il nuovo Beato ad offrire per gli atri i propri patimenti. Il cardinale
Amato ricorda ancora i suoi scritti:
“Ogni giorno do
a tutti la benedizione sacramentale (…) e posso pregare molto, imploro per voi, vi
aiuto in questo modo. Veramente 'non temo alcun male, anche se camminassi nelle tenebre
della morte, perché il Signore è con me' [...]. Davanti a me c'è una piccola immagine
della Madonna con un piccolo fiore [...]. Il Cristo e la sua Santa Madre trovano la
strada anche per giungere fino a questi luoghi”.
“Il martirio è
il più grande atto di amore verso Dio e costituisce la via più nobile verso la santità”
rimarca quindi il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi
che così sintetizza l’eredità lasciata dal nuovo Beato:
“Come il
sacrificio di Cristo fu pegno di salvezza per l'umanità, così il sacrificio del Beato
Lampert sarà seme di rinnovata vita cristiana nella terra benedetta dell’Austria”.
Un esempio – ha concluso il cardinale Amato - prezioso soprattutto
per le giovani generazioni austriache.