2011-11-13 13:50:48

Italia, crisi di governo: oggi consultazioni del capo dello Stato


Sono in corso di svolgimento al Quirinale le consultazioni del capo dello Stato Napolitano per formare il nuovo Governo. Atteso per questa sera l’incarico all’economista Mario Monti. Ieri sera le dimissioni di Silvio Berlusconi, dopo il via libera definitivo della Camera al disegno di legge stabilità, che dovrebbe garantire il pareggio di bilancio nel 2013. Il servizio di Giampiero Guadagni:RealAudioMP3

Saranno con ogni probabilità le consultazioni più brevi della storia repubblicana quelle di oggi del capo dello Stato Napolitano per formare il nuovo governo. Come prassi, il primo a salire al Quirinale è stato alle 9 il presidente del Senato Schifani; subito dopo il presidente della Camera Fini. A seguire, i leader delle forze politiche in ordine di grandezza crescente. L’ultima delegazione sarà dunque il Pdl alle 17.15. Alle 18, se non ci saranno sorprese dell’ultim’ora, l’incarico a Mario Monti. Dal Pdl ieri è giunto un sì con alcune condizioni: che il governo abbia come programma gli impegni presi nella lettera inviata all’Unione europea. Che sia dunque limitato al tempo necessario per uscire dalla crisi finanziaria. Poi il ritorno alle urne. Berlusconi, per il quale è stata la fronda finiana a minare la legislatura, vorrebbe anche un garante della maggioranza nel nascente esecutivo. E aveva proposto Gianni Letta, ma di fronte all'ostracismo di Pd e Idv, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha annunciato un passo indietro. Insomma, il sì a Monti è stata una scelta molto sofferta per il Pdl, che fa i conti con un dissenso interno e, soprattutto ,con il rischio di rottura dell’alleanza con la Lega. Il Carroccio sarà l’unica forza politica a non appoggiare in alcun modo il Governo Monti. Nel centrosinistra, infatti, anche l’Italia dei Valori sembra essersi convinta, anche perché in caso contrario il Pd aveva minacciato ripercussioni sulle future alleanze. Il segretario Bersani, che pure ha dovuto superare alcune diffidenze interne al partito, afferma che il nuovo Governo dovrà avere un profilo tecnico ma nessun limite di tempo. Dal Terzo Polo carta bianca all’ex commissario europeo. E il leader Udc Casini stigmatizza le forti contestazioni con insulti nei confronti di Berlusconi andate in scena ieri sera prima davanti Palazzo Chigi, poi davanti al Quirinale. Domani dunque i mercati potrebbero trovare già al suo posto di lavoro il Governo Monti. Che dovrebbe essere snello (12 ministri e 25 sottosegretari) e di natura tecnica. C’è attesa in Europa e anche negli Stato Uniti. Il presidente americano Obama ha definito positivi i cambiamenti nei governi italiano e greco, che, afferma, sapranno attuare le riforme necessarie.

Sulla nuova fase politica che si apre in Italia, Fausta Speranza ha parlato con padre Bartolomeo Sorge, direttore emerito della rivista 'Aggiornamenti sociali dei Gesuiti':RealAudioMP3

R. – Il vero problema è quello di ridare un’anima alla politica perché dopo il crollo delle ideologie che avevano dato entusiasmo, erano modelli di società che si confrontavano; perduta questa spinta ideale, la politica si è avvitata su se stessa ed è diventata ricerca del potere e, quindi, con tutti i disastri che ne sono conseguiti, con la nascita dell’antipolitica, con la fuga di tante persone oneste e capaci dall’impegno politico. Bisogna invertire la tendenza. Le energie ci sono perché la persona umana non perde mai questa sua “spiritualità” che è intrinseca alla sua natura e quando tocchiamo il fondo è proprio quando rinasce la voglia di risorgere. Quindi io non sono pessimista, anzi vorrei dire che questo è il periodo migliore per una presenza ideale anche cristianamente ispirata. Quando sento certe lamentele - tutto va male, è un disastro, siamo nel baratro… - io dico: la luce risplende nella tenebra e, se è vero che il cristiano è la luce del mondo, il tempo migliore del cristiano non è quando tutto va bene, e non c’è bisogno di lui, ma quando le cose vanno male. Quando c’è il buio, c’è bisogno di luce, con umiltà.

D. – Padre Sorge, soffermiamoci su questa espressione “governo tecnico”. C’è bisogno di grande operatività e anche grande senso di responsabilità. L’appello è venuto dal Capo dello Stato Napolitano. Come esercitare questa responsabilità, come ricordarsi in un governo tecnico del bene comune?

R. – Credo che lo spirito debba essere quello che ha animato l’Italia dopo la perdita subita nella seconda guerra mondiale e dopo la caduta del fascismo, quando tutte le correnti ideologiche, fra loro contrapposte violentemente, hanno avuto la forza morale di andare al di là e di trovarsi unite su alcuni valori fondamentali, che sono poi il Dna della tradizione culturale bimillenaria del Paese. Ed è nata la Costituzione repubblicana, i cui primi 12 articoli sono la sintesi dei valori che ci uniscono. Allora dobbiamo imparare, adesso nel XXI secolo, a vivere uniti rispettandoci nelle diversità e questo è un segno di maturità; rimanere attaccati ciascuno alla propria parte è un segno di immaturità, di egoismo. Invece c’è bisogno di una solidarietà grande. E’ per questo che, al di là del nome - governo “tecnico, o “di emergenza”, che si equivalgono - è il senso di quello che ci aspetta, della sfida: sentire che siamo tutti figli del medesimo popolo, nelle legittime diversità che non sono guai ma sono una ricchezza.

D. – Padre Sorge, una parola sulla dimensione perché questa crisi è stata italiana, è una crisi europea ed è una crisi gestita in qualche modo a livello internazionale. In tutti questi meccanismi come tenere fermo il parametro del bene comune?

R. – Bisogna che impariamo tutti a capire che l’epoca nuova che si è aperta in coincidenza con il nuovo millennio è un’epoca di globalizzazione in cui la famiglia umana ci è accorta di essere una sola famiglia e, quindi, bisogna avere questa capacità di pensare in globale, mentre si agisce nel locale. Se noi non riusciamo a pensare in globale ma pensiamo italiano per esempio, mentre bisognerebbe pensare europeo, perdiamo il treno della storia. Pensare in globale ed agire in locale, unirci tutti insieme, però questa è una maturità nuova che ancora non abbiamo e dobbiamo conquistare.







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