2011-11-12 14:59:43

Van Rompuy alla Gregoriana: Europa unita da valori fondati sull'amore


“Vivere insieme nell’Europa di oggi". Questo il tema dell’incontro che si è svolto stamane alla Pontificia Università Gregoriana. Un’occasione per parlare del concetto di “Europa”, in questo momento di crisi, con il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, e col presidente emerito della Corte costituzionale italiana Giovanni Maria Flick. Presenti all’incontro anche importanti autorità ecclesiali, come padre Adolfo Nicolàs, preposto generale della compagnia di Gesù e il cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica. Il servizio è di Michele Raviart.RealAudioMP3

“Poco importa che l’Europa sia la più piccola delle quattro parti del mondo, poiché è la più considerevole di tutte per il Cristianesimo, la cui morale caritatevole tende solo al benessere della società”. Si apre con questa citazione dall’insospettabile Enciclopedia di Diderot e D’Alambert la riflessione del presidente Van Rompuy alla Pontificia Università Gregoriana sull’essenza del vivere insieme europeo. Un’essenza che parte dall’uomo, indivisibile nella sua singolarità e centro di ogni comunità. L’uomo che si “sente dell’Europa” è un uomo multiforme, che non confonde le sue identità culturali e nazionali in quella europea, ma viene da questa arricchita:

“Ici aussi je crois en celles-ici identités plurielles”…
“Credo in queste identità pluralistiche che fanno sì che un abitante di Roma possa considerarsi perfettamente come romano, italiano ed europeo. Una identità non ne esclude necessariamente un’altra. Io credo che l’avvenire dell’Unione Europea risieda nella sua accettazione di un’identità europea definita come identità di spirito, di 'vissuto', e non come identità di una sedicente nazione europea. Concepire l’uomo come un essere puramente individualista, razionale e cosmopolita, è a mio avviso un grande errore”.

Il presidente del Consiglio europeo sottolinea inoltre come l’Europa, come progetto politico, sia stata la risposta agli orrori della guerra e della Shoah e sia stata costruita sulla tomba di milioni di innocenti. Una risposta collettiva di rifiuto alla barbarie e al totalitarismo, in nome di certi valori, che riuniti formano un’unione valoriale più profonda di quella politica. Ma cos’è questa “unione di valori”? Risponde lo stesso Van Rompuy:

“Au risque de vous surprendre”…
“Al rischio di soprendervi, dirò che questa si fonda alla fine ... sull’amore. Perché la solidarietà è diventata ai giorni nostri, troppo istituzionale. Un concetto che, per non essere sterile, implica una nozione di condivisione e di amore. Di amore nelle sue molteplici forme. Di amore che io qualificherei gratuito, nel senso di dono”.

Una spinta propulsiva per un’Europa in continua costruzione, una costruzione “a piccoli passi" tanto a livello filosofico, quanto politico ed economico, in nome di quei valori che vanno ben oltre la tutela di un mercato comune. Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte costituzionale italiana:

“Vale la pena di guardare agli ultimi 60 anni del cammino di vita europea anche sotto un altro profilo, forse troppo trascurato rispetto a quello della moneta, dell’economia e del mercato che oggi più ci preoccupano. Il profilo al quale mi riferisco è l’aver posto al centro della convivenza europea i diritti fondamentali e la loro tutela. Lo diamo così scontato da temere ora che gli stranieri, gli esclusi, gli immigrati possano insidiarlo, nonostante la tradizione e la cultura dei diritti fondamentali rappresentino il dna dell’identità europea”.







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