Thailandia: comunità religiose diverse, unite nel soccorso ai profughi delle alluvioni
Uno spirito di unità e di collaborazione fra tutte le comunità religiose presenti
in Thailandia caratterizza gli sforzi di assistenza agli alluvionati: forti piogge
hanno causato gravi alluvioni che hanno causato oltre 500 morti, hanno invaso numerose
province e la capitale Bangkok, hanno fermato le attività produttive e messo in crisi
l’economia, colpendo 8 milioni di persone. “Le comunità religiose in Thailandia stanno
rispondendo alla crisi con generosità, dando un buon esempio alla società e alla nazione,
mettendo a disposizione strutture, risorse e volontari”, segnala una fonte dell'agenzia
Fides nella Chiesa locale. L’Ufficio nazionale del buddismo, religione maggioritaria,
ha lanciato l'iniziativa “Dharma”, mobilitando oltre 220 monaci per la riabilitazione
mentale post-trauma alle vittime delle inondazioni. “Il Tempio del Monte d'Oro” a
Bangkok, offre rifugio e assistenza alle vittime delle inondazioni, mentre molti templi
sono allagati. Anche i cittadini musulmani – mentre nel Sud del Paese imperversano
gruppi estremisti islamici – si sono attivati tramite “Support”, un'organizzazione
non-profit islamica di Bangkok, portando avanti operazioni di soccorso. I cristiani,
dal canto loro, profondono uno sforzo ecumenico: la “Chiesa di Cristo”, denominazione
anglicana, organizza camion di aiuti umanitari per gli alluvionati nelle aree remote,
non raggiunte dagli aiuti statali, come la provincia di Nakorn Phathom. La Chiesa
ortodossa russa in Thailandia ha lanciato una raccolta di fondi per i bisogni delle
vittime e dei malati. La Chiesa cattolica, attraverso la Caritas, ha varato un piano
globale e condiviso per assistere le vittime delle inondazioni in diverse province
e nella capitale. La Caritas Internationalis, rete globale delle Caritas, ha diffuso
un appello per la raccolta di 695mila dollari, per progetti di emergenza e di ricostruzione
post alluvioni in Thailandia. (R.P.)