L’impresa di comunicare il Vangelo al centro del dibattito su Chiesa e media
Incomprensioni tra Chiesa cattolica e media: questo il titolo dell’incontro giovedì
scorso in Vaticano, nell’aula vecchia del Sinodo, organizzato da L’Osservatore Romano
in occasione del suo centocinquantesimo anniversario. I diversi relatori, introdotti
dal direttore dell’Osservatore, Giovanni Maria Vian, - riferisce l'agenzia Zenit -
hanno approfondito vari argomenti. La professoressa Lucetta Scaraffia ha illustrato
il periodo che va dal Vaticano II all’Humanae vitae. Il prof. Andrea Riccardi, fondatore
della Comunità di Sant’Egidio, ha approfondito varie pagine legate al mondo della
comunicazione durante il Pontificato di Giovanni Paolo II. Jean Marie Guénois, da
parte sua, si è soffermato sulle critiche rivolte a Benedetto XVI. Il giornalista
e sacerdote Antonio Pelayo ha riflettuto sugli stravolgimenti della lectio magistralis
del Papa a Ratisbona. Nel pomeriggio è stata la volta del giornalista tedesco Paul
Badde sul caso del vescovo negazionista Williamson. Il giornalista britannico John
Hopper ha tenuto una relazione dal titolo "Quando il Papa parla del condom". John
Allen, impossibilitato a partecipare all’ultimo momento, ha inviato un testo sullo
scandalo degli abusi. L’incontro è stato chiuso dall’intervento del cardinale Gianfranco
Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. “La morale della favola
– ha detto il porporato - è che comunicare un messaggio forte come quello cristiano
è faticoso, è una impresa che va incontro a una infinità di ostacoli di spine e di
incomprensioni”. E ha ricordato che “è assolutamente necessario farlo secondo il nuovo
linguaggio e, come corollario, aggiungerei anche: non bisogna sempre considerare tutte
le esperienze negative come se fossero solamente negative. Sono in realtà un appello
perché la comunicazione nella Chiesa avvenga in una maniera più aderente a questa
nuova atmosfera in cui siamo immersi. A volte – ha concluso il cardinale Ravasi -
è anche occasione per un esame di coscienza della Chiesa, qualora venga subito un
attacco, per quanto ingiusto”. Parlando infine dei mezzi di comunicazione di massa,
il professor Giovanni Maria Vian ha ricordato alcune pagine di storia dell’Osservatore,
fondato nel 1861, e il ruolo giocato a suo favore da Pio IX. Si è anche soffermato
sul ruolo della Radio Vaticana con i messaggi di Pio XI, diventati poi un “genere
letterario”. (A.L.)