2011-11-12 14:15:16

L’impresa di comunicare il Vangelo al centro del dibattito su Chiesa e media


Incomprensioni tra Chiesa cattolica e media: questo il titolo dell’incontro giovedì scorso in Vaticano, nell’aula vecchia del Sinodo, organizzato da L’Osservatore Romano in occasione del suo centocinquantesimo anniversario. I diversi relatori, introdotti dal direttore dell’Osservatore, Giovanni Maria Vian, - riferisce l'agenzia Zenit - hanno approfondito vari argomenti. La professoressa Lucetta Scaraffia ha illustrato il periodo che va dal Vaticano II all’Humanae vitae. Il prof. Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, ha approfondito varie pagine legate al mondo della comunicazione durante il Pontificato di Giovanni Paolo II. Jean Marie Guénois, da parte sua, si è soffermato sulle critiche rivolte a Benedetto XVI. Il giornalista e sacerdote Antonio Pelayo ha riflettuto sugli stravolgimenti della lectio magistralis del Papa a Ratisbona. Nel pomeriggio è stata la volta del giornalista tedesco Paul Badde sul caso del vescovo negazionista Williamson. Il giornalista britannico John Hopper ha tenuto una relazione dal titolo "Quando il Papa parla del condom". John Allen, impossibilitato a partecipare all’ultimo momento, ha inviato un testo sullo scandalo degli abusi. L’incontro è stato chiuso dall’intervento del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. “La morale della favola – ha detto il porporato - è che comunicare un messaggio forte come quello cristiano è faticoso, è una impresa che va incontro a una infinità di ostacoli di spine e di incomprensioni”. E ha ricordato che “è assolutamente necessario farlo secondo il nuovo linguaggio e, come corollario, aggiungerei anche: non bisogna sempre considerare tutte le esperienze negative come se fossero solamente negative. Sono in realtà un appello perché la comunicazione nella Chiesa avvenga in una maniera più aderente a questa nuova atmosfera in cui siamo immersi. A volte – ha concluso il cardinale Ravasi - è anche occasione per un esame di coscienza della Chiesa, qualora venga subito un attacco, per quanto ingiusto”. Parlando infine dei mezzi di comunicazione di massa, il professor Giovanni Maria Vian ha ricordato alcune pagine di storia dell’Osservatore, fondato nel 1861, e il ruolo giocato a suo favore da Pio IX. Si è anche soffermato sul ruolo della Radio Vaticana con i messaggi di Pio XI, diventati poi un “genere letterario”. (A.L.)







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