2011-11-11 16:09:12

Siria: non si fermano le violenze, ancora morti ad Homs


Nonostante il piano di pace, concordato tra Damasco e la Lega Araba, non si fermano le violenze a Homs, epicentro della rivolta contro il governo di Assad, dove anche stamani gli attivisti denunciano l’uccisione di tre persone. Il Consiglio Nazionale Siriano, che riunisce tutte le opposizioni, parla di 49 morti nelle ultime 24 ore in tutto il Paese e annuncia che, domani, alcuni Paesi membri della Lega Araba chiederanno di sospendere la Siria dall'organizzazione. Secondo fonti diplomatiche, lunedì prossimo, l’Ue varerà una nuova stretta sulle sanzioni contro Damasco. Per un commento sulla situazione e sul ruolo dei social network nelle proteste, Marco Guerra ha intervistato il blogger siriano, Yassar Fattoom:RealAudioMP3

R. - I miei amici a Homs e ad Amman e Hamas nel centro della Siria raccontano che non c’è elettricità, non ci sono medicine e gli ospedali sono bloccati; certe zone a Homs sono da sei giorni senza cibo e ci sono sparatorie sulla folla in continuazione. La situazione è difficile, la gente è un po’ divisa, il regime sta facendo del suo meglio sui media siriani per non far vedere quello che sta succedendo e capitando in altre città. Prima della rivoluzione, Damasco era pro regime, pro Assad, e ancora esita perché sui media siriani non si vede quello che si vede su youtube.

D. – Che ruolo stanno svolgendo i social network in queste proteste?

R. – Eravamo preparati perché ci aspettavamo, prima della rivoluzione, che volessero bloccare i giornalisti e quindi eravamo pronti a fomrare gruppi su facebook per registrare, per "scaricare"… Ci spettavamo che bloccassero Internet e le comunicazioni prima di attaccare le città, però alcuni volontari sono riusciti a mandare tutte le informazioni con un telefono che funzionava con il satellite.

D. - Il governo e alcuni analisti mettono in discussione l’attendibilità delle notizie che diffondete sul web…

R. – Il governo vuole che il mondo creda che da nove mesi i militari siriani stanno combattendo contro dei terroristi. Non abbiamo saputo neanche il nome di questi gruppi, non abbiamo visto neanche un video che mostrasse questi terroristi. Non abbiamo mai saputo cosa vogliano questi "terroristi" e nel frattempo gli attivisti siriani hanno mostrato ogni giorno centinaia di video dove si vedono i militari siriani e i servizi segreti che sparano direttamente sulla folla. Noi mettiamo sul web ogni giorno centinaia di video; se il regime non crede a questi video, allora lasci entrare i media nel Paese.

Nucleare - Iran
Il rapporto dell’Aiea sul programma nucleare iraniano continua a spaccare la comunità internazionale. Teheran ha ribadito che il documento che l’accusa di lavorare all'atomica è infondato e dettato da motivazioni politiche. Russia e Cina, intanto, si sono dette contrarie all’ipotesi di inasprimento delle sanzioni nei confronti dell’Iran, e in qualità di membri permanenti, hanno diritto di veto in seno al Consiglio di sicurezza Onu. Il cancelliere tedesco Merkel ha auspicato, al contrario, le sanzioni "più ampie possibili". Infine, secondo alcune indiscrezioni di stampa, gli Usa sarebbero pronti ad armare gli Emirati Arabi per mantenere la pressione su Teheran.

Yemen
In Yemen, almeno sei persone sono rimaste uccise nelle ultime ore in un bombardamento compiuto da forze governative sulla città di Taez, la seconda più grande del Paese, che ieri era stata teatro, con la capitale Sanaa, di manifestazioni dell'opposizione con la partecipazione di migliaia di persone.

Afghanistan
Non si ferma la violenza in Afghanistan. Oggi, un soldato della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza è morto nel Sud del Paese durante un attacco dei talebani. Sempre nel Sud, due donne sono state uccise con la lapidazione per “attività immorali”. Infine è stato condannato all’ergastolo un militare Usa, a capo di un gruppo di soldati accusati di avere ucciso tre civili afgani per futili motivi.

Libia, ex premier chiede status di rifugiato
L'ex primo ministro libico Baghdadi al-Mahmoudi ha chiesto lo status di rifugiato politico all’Alto commissariato Onu per i rifugiati. L’uomo tenta di evitare così l’estradizione verso la Libia. Lo ha annunciato un suo legale da Tunisi. Ieri il premier libico ad interim Jalil aveva assicurato un ''processo equo'' per Baghdadi al-Mahmoudi.

Liberia
In Liberia la premio Nobel per la pace 2011, Ellen Johnson-Sirleaf, è stata rieletta – senza troppe sorprese – alla guida del Paese africano. I risultati del ballottaggio non sono ancora definitivi, tuttavia, ha ricevuto oltre il 90 per cento dei voti con l’86 per cento delle schede scrutinate.

Spagna - Eta
In Spagna, il gruppo separatista basco dell’Eta si è detto pronto ad intraprendere la strada del disarmo e ad assumere impegni precisi a riguardo. Lo hanno affermato in un'intervista alcuni leader dell’organizzazione, dopo la decisione di rinunciare della lotta armata annunciata nelle scorse settimane. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 315







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