Pakistan: nel Sindh tentativi di riconciliazione tra minoranze religiose e gruppi
islamici
E’ in corso un tentativo di riconciliazione fra le minoranze religiose, in special
modo la comunità indù e i gruppi musulmani, dopo l’uccisione dei quattro indù (un
medico e tre membri del personale paramedico) in un ospedale di Chak, nel nord del
Sindh. L’omicidio è stato perpetrato probabilmente da alcuni membri di una confraternita
musulmana locale (la polizia ha arrestato 13 sospetti), a causa della controversia
su una ragazza indù rapita e convertita all’islam. Le minoranze religiose indù e cristiane
hanno lanciato una manifestazione pubblica e uno sciopero della fame per chiedere
più protezione al governo, accusato di immobilismo. La “All Pakistan Minorities Alliance”
(Apma), la maggiore associazione pakistana che difende le minoranze, fondata dal cattolico
Shahbaz Bhatti, ex ministro federale assassinato, è intervenuta organizzando alcuni
incontri di mediazione, portando allo stesso tavolo membri della comunità indù, leader
musulmani, alcuni cristiani, esponenti delle autorità civili, con l’obiettivo della
riconciliazione. Paul Bhatti, attuale presidente dell’Apma, fratello del Ministro
ucciso e Consigliere speciale del Primo Ministro per gli affari delle minoranze religiose,
ha spiegato all'agenzia Fides: “In questa fase occorre lavorare per la riconciliazione,
stemperando le tensioni sociali e religiose. Quanto è accaduto è deprecabile ed è
una sconfitta per lo Stato. Il Presidente del Pakistan Ali Zardari ha garantito maggiore
protezione”. Bhatti individua nel curriculum educativo la radice del problema: “Come
Apma, il nostro obiettivo è contribuire a formare un nuovo curriculum educativo in
Pakistan, per sradicare la mentalità di odio e intolleranza verso le minoranze religiose,
che viene insegnata già nelle scuole elementari”. (R.P.)