Il Papa ai volontari cattolici europei: seguite l’esempio di Cristo non le ideologie,
date fiducia in un tempo di crisi
Nel giorno in cui la Chiesa celebra San Martino di Tours, “modello di carità” per
il mondo intero, Benedetto XVI ha ricevuto, in Vaticano, i volontari cattolici europei,
riuniti dal Pontificio Consiglio “Cor Unum” per un incontro in occasione dell’Anno
europeo del volontariato. Il Papa ha messo l’accento sull’identità del volontariato
cattolico, che “non deve essere sedotto da ideologie che vogliono cambiare il mondo”.
Quindi, ha ribadito l’importanza dell’opera dei volontari, in un periodo di crisi
economica come quello che stiamo affrontando. L’indirizzo d’omaggio al Papa è stato
rivolto dal cardinale presidente di “Cor Unum”, Robert Sarah. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
Nell’attuale
momento, “marcato da crisi e incertezza”, il vostro “impegno è una ragione di fiducia”
che mostra come il bene cresca anche tra le difficoltà: è quanto affermato da Benedetto
XVI nel discorso ai volontari cattolici europei ai quali ha innanzitutto espresso
la sua “profonda gratitudine” per la loro missione di carità nel mondo. Quindi, ha
sottolineato che per i cristiani “il lavoro volontario non è meramente un’espressione
di buona volontà”:
“It is based on a personal experience of Christ…” “Esso
– ha detto – è basato su un’esperienza personale di Cristo. E’ stato Lui il primo
a servire l’umanità”, dando “liberamente la sua vita per il bene di tutti”. L’esperienza
“dell’amore generoso di Dio”, ha soggiunto, ci spinge “ad adottare la stessa attitudine
verso i nostri fratelli e le nostre sorelle”. E questo, ha osservato, lo sperimentiamo
“soprattutto nell’Eucaristia”. La Sua grazia, ha affermato, eleva la nostra vocazione
a servire gli altri senza alcuna ricompensa. Siamo dunque chiamati a “servire gli
altri con la stessa libertà e generosità che contraddistingue Dio stesso”. Così facendo,
ha detto, “diveniamo strumenti visibili del suo amore” in un mondo che “anela quell’amore
in mezzo alla povertà, alla solitudine, alla marginalizzazione e all’ignoranza che
vediamo nel mondo intorno a noi”. Certo, ha riconosciuto il Papa, il “volontariato
cattolico” non può rispondere a tutte le necessità, “ma questo non ci scoraggia”:
“Nor
should we let ourselves be seduced…” “Né – ha avvertito – dovremmo lasciarci
sedurre da quelle ideologie che vogliono cambiare il mondo sulla base di una visione
puramente umana”. Quel poco che riusciamo a fare per portare sollievo ai bisognosi,
ha rilevato, “può essere visto come un seme buono che crescerà e porterà molto frutto”.
E’, ha detto, “un segno della presenza e dell’amore di Cristo”. Questa, è stato il
suo incoraggiamento, “è la natura della testimonianza che voi”, con umiltà e convinzione,
“offrite alla società civile”:
“While it is the duty of public authority…” “Se
– ha proseguito – è dovere dell’autorità pubblica di riconoscere e apprezzare questo
contributo senza distorcerlo”, il vostro ruolo come cristiani “è di partecipare attivamente
alla vita della società, cercando di renderla sempre più umana, sempre più contraddistinta
da autentica libertà, giustizia e solidarietà”. Oggigiorno, è stata così la riflessione
del Papa, il volontariato, “come servizio di carità” è divenuto “un elemento della
nostra cultura moderna, universalmente riconosciuto”. E tuttavia, le sue origini vanno
viste “nella particolare attenzione cristiana per la salvaguardia, senza discriminazioni,
della dignità della persona umana, creata ad immagine e somiglianza di Dio”:
“If
these spiritual roots are denied or oscured…” “Se queste radici spirituali
– è stato il monito del Pontefice – sono negate o oscurate e i criteri della nostra
collaborazione diventano puramente utilitaristici, allora ciò che distingue maggiormente
il vostro servizio rischia di perdersi, a danno della società nel suo insieme”. Infine,
il Papa ha esortato i volontari cattolici “a non avere paura” di imprimere un cambiamento
radicale della propria vita, giacché “è nel donarsi agli altri che viviamo la vita
nella sua pienezza”.