Ad Assisi il Fai riapre le porte al bosco di San Francesco
San Francesco riacquista il suo Bosco. Il restauro paesaggistico del Fai, Fondo Ambiente
Italiano, riporta alla sua originaria bellezza i luoghi di meditazione del Santo.
Oltre il muro che delimita la Piazza della Basilica Superiore di San Francesco ad
Assisi si apre un ambiente naturale di 68 ettari ricco di boschi, ulivi e monumenti
storico-artistici. L’inaugurazione del Bosco questa mattina presso la Sala della Conciliazione
del Palazzo Comunale di Assisi. Andrea Antonelli ha intervistato SofiaBosco, direttore Fai:
R. – Avevamo
notato che la campagna italiana e i territori italiani stavano subendo un attacco
veramente gigantesco da parte del cemento, dell’abusivismo, delle costruzioni inutili
che sorgono qua e là, distruggendo quello che per anni è stato uno degli elementi
caratteristici dell’Italia e delle culture che in Italia hanno trovato spazio nel
corso dei secoli. Quindi l’idea che ci venisse offerta la possibilità di intervenire
con un restauro in un paesaggio ci sembrò come un qualcosa che veniva inviato dall’alto.
D. – Perché Assisi?
R. – Assisi ha una valenza storica,
culturale, artistica, religiosa immensa. Un numero di visitatori altissimo nel corso
dell’anno, ma non ha nel tempo incluso all’interno della Basilica, dei monumenti della
città, del contesto che la contraddistingue, anche per la storia di San Francesco,
la parte di natura di cui tanto parlò Francesco nel ’300. Si potrà accedere in questo
pezzo di paesaggio italiano che erano i sentieri, la natura e i luoghi dove Francesco
con i suoi fraticelli girò e che considerava la sua Chiesa.
D. – Come
apparirà ora il bosco ai visitatori?
R. – Apparirà un bosco con radure,
arbusti, con un letto di ciclamini curato da noi che esistevano in sottofondo e sono
stati recuperati una volta levate tutte le sporcizie, un monastero bizantino diroccato,
una Chiesa di Santa Croce bellissima che immagino sarà a breve una tappa di pellegrinaggio,
il mulino che diventerà un punto di accoglienza per chi visiterà, la radura dove Michelangelo
Pistoletto, uno dei più grandi artisti contemporanei della nostra epoca, ha fatto
una seconda opera di “Land Art” in Italia, il Terzo paradiso, creando questo triplo
anello con un tunnel di ulivi che si potrà percorrere.
D. - Avete già
in programma di lavorare su altre bellezze in cerca di aiuto?
R. – Certamente.
Le prossime sfide saranno nel sud, nei bellissimi luoghi di natura delle Cinque Terre
e nel nord vicino alle Alpi. Quindi luoghi significativi che aspettano il nostro intervento
già con l’arrivo dell’anno nuovo e per i quali noi facciamo un appello a tutti gli
Italiani perché sostenendoci partecipino. (bf)