2011-11-10 14:44:53

Alluvioni e media. L'Ucsi: distorsioni e aggressività danneggiano l'informazione


Mentre il sereno torna su gran parte dell'Italia - dopo giorni di maltempo, disastri e lutti - c'è chi ha proposto una riflessione sul modo col quale i media hanno informato di quanto accaduto nelle scorse settimane, sotto l'incalzare degli eventi. In particolare, si stigmatizza la cronaca prodotta sulle drammatiche giornate di Genova da alcuni importanti organi di informazione. Nel mirino, in particolare, è finita un’intervista del Tg2 - per la quale la testata si è già scusata - a un ragazzo di 16 anni, la cui madre è morta travolta dalla furia dell’acqua. Di lunedì scorso, inoltre, è anche la denuncia del telegiornale satirico “Striscia la Notizia”, che ha evidenziato come Tg2, Tg3, Rai News e il “Corriere della Sera” avrebbero utilizzato immagini di archivio spacciandole per attuali. Andrea Melodia, presidente dell’Ucsi, l'Unione cattolica stampa italiana, parla di un “diffuso degrado qualitativo della missione giornalistica”. Paolo Ondarza lo ha intervistato:RealAudioMP3

R. - Qui c’è un problema etico che precede la deontologia. Ha fatto benissimo il direttore del Tg2 a scusarsi pubblicamente. La collega del Tg2 che ha intervistato il ragazzino e non ha fatto vedere il suo volto, rispettando una norma, non ha perà rispettato la sostanza delle cose: il suo rapporto con la sua responsabilità personale e di professionista e di comunicatrice, che è un problema di sopravvivenza della stessa professione, che è una professione di servizio ai cittadini. Parlo soprattutto del servizio pubblico televisivo, ma non solo di quello. È chiaro che, facendo un’informazione del tipo così aggressivo, non si rende un servizio ai cittadini.

D. - Si può fare lo stesso tipo di valutazione per quelle trasmissioni tv, che per documentare quanto accadeva a Genova, hanno scelto di reiterare quasi in modo martellante singoli fotogrammi o video dai contenuti particolarmente violenti?

R. – Certamente. Il problema del giornalismo oggi è che si trova indubbiamente pressato da Internet che arriva rapidissimamente e, quindi, i giornalisti sono sempre più spinti a non accettare assolutamente che ci sia una riduzione dell’attenzione nei loro confronti. Ma questo finisce per peggiorare la qualità del giornalismo. Il giornalismo professionale può sopravvivere proprio distinguendosi in termini di responsabilità e di qualità.

D. – L’informazione italiana purtroppo non ha fatto una buona figura nemmeno quando alcuni tra i più importanti Tg del servizio pubblico nazionale e uno tra i più prestigiosi quotidiani hanno proposto immagini di archivio, dai contenuti particolarmente drammatici, per parlare di quanto stava accadendo a Genova. Si è trattato di un vero e proprio falso…

R. – Secondo me, sono cose ancora più gravi perché sono certamente volontarie, mentre l’intervista al ragazzino può essere sfuggita all’autocontrollo che un giornalista deve avere e, soprattutto, al controllo che la gerarchia giornalistica deve comunque garantire. Però, andare a falsificare deliberatamente delle immagini, non può avvenire per caso. È qualcosa che qualcuno ha voluto. E questo è un fatto che dovrebbe veramente essere sottoposto a degli interventi di tipo disciplinare. Se queste falsificazioni verranno confermate, questo è proprio un degrado della qualità professionale del giornalismo. E questa è la cosa più grave in assoluto.(fd)







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