2011-11-09 15:21:41

Francia. Il cardinale Vingt-Trois sulle opere blasfeme: "Non alzare i toni della polemica"


“L’indifferenza, l’incomprensione, il disconoscimento o anche il rifiuto stesso di Cristo ci toccano nel nostro amore a Dio e agli uomini. Ma questa ferita non deve e non può trasformarsi mai in violenza verbale né tanto meno fisica”. Un appello a non alzare i toni della polemica quello lanciato oggi dal cardinale André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi e presidente della Conferenza episcopale francese. Nel discorso tenuto a conclusione della Assemblea dei vescovi a Lourdes, il cardinale ha toccato un tema particolarmente sentito in Francia e che ha coinvolto i vescovi in questi giorni di lavoro assembleare: Si tratta delle aspre polemiche suscitate da due opere teatrali ritenute da molti cristiani “blasfeme”: sono il "Golgota picnic" di Rodrigo Garcia che comincerà l'8 dicembre al Théatre du Rond-Point di Parigi e l’opera teatrale dell’italiano Romeo Castellucci, dal titolo "Sul concetto di volto nel figlio di Dio”. A suscitare l’indignazione di quest’ultimo spettacolo è la scena finale in cui una riproduzione gigante del volto del Cristo, il ‘Salvator Mundi’ di Antonello da Messina, viene cosparsa di escrementi. “Due spettacoli differenti nelle intenzioni e nella loro realizzazione – ha detto oggi il cardinale Vingt-Trois – hanno suscitato una viva reazione tra i cristiani. Comprendiamo il dolore che molti hanno provato di fronte ad opere che difficilmente sappiamo interpretare. Ma dobbiamo affrontare questi avvenimenti – ha proseguito l’arcivescovo - che tornano periodicamente, senza lasciarci rinchiudere in una forma di dibattito in cui la Chiesa difende se stessa come gruppo di minoranza in una società plurale e a lei ostile”. L’arcivescovo invita a riflettere come anche Cristo sia stato oggetto di “avversità, violenza e odio” e chiedersi come mai ancora oggi il suo volto suscita tali reazioni. Ed aggiunge: “Di fronte all’oltraggio di queste immagini, nessun spettatore può restare indifferente”. Ma “queste opere – obbligano i cristiani a interrogarsi e a cercare quale ricerca di senso e di dio esprimono”. E conclude: “certe opere sono provocatorie e le loro provocazioni feriscono la sensibilità di molti spettatori, cristiani e non. L’artista deve spiegare la sua intenzione”.







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