Francia. Il cardinale Vingt-Trois sulle opere blasfeme: "Non alzare i toni della polemica"
“L’indifferenza, l’incomprensione, il disconoscimento o anche il rifiuto stesso di
Cristo ci toccano nel nostro amore a Dio e agli uomini. Ma questa ferita non deve
e non può trasformarsi mai in violenza verbale né tanto meno fisica”. Un appello a
non alzare i toni della polemica quello lanciato oggi dal cardinale André Vingt-Trois,
arcivescovo di Parigi e presidente della Conferenza episcopale francese. Nel discorso
tenuto a conclusione della Assemblea dei vescovi a Lourdes, il cardinale ha toccato
un tema particolarmente sentito in Francia e che ha coinvolto i vescovi in questi
giorni di lavoro assembleare: Si tratta delle aspre polemiche suscitate da due opere
teatrali ritenute da molti cristiani “blasfeme”: sono il "Golgota picnic" di Rodrigo
Garcia che comincerà l'8 dicembre al Théatre du Rond-Point di Parigi e l’opera teatrale
dell’italiano Romeo Castellucci, dal titolo "Sul concetto di volto nel figlio di Dio”.
A suscitare l’indignazione di quest’ultimo spettacolo è la scena finale in cui una
riproduzione gigante del volto del Cristo, il ‘Salvator Mundi’ di Antonello da Messina,
viene cosparsa di escrementi. “Due spettacoli differenti nelle intenzioni e nella
loro realizzazione – ha detto oggi il cardinale Vingt-Trois – hanno suscitato una
viva reazione tra i cristiani. Comprendiamo il dolore che molti hanno provato di fronte
ad opere che difficilmente sappiamo interpretare. Ma dobbiamo affrontare questi avvenimenti
– ha proseguito l’arcivescovo - che tornano periodicamente, senza lasciarci rinchiudere
in una forma di dibattito in cui la Chiesa difende se stessa come gruppo di minoranza
in una società plurale e a lei ostile”. L’arcivescovo invita a riflettere come anche
Cristo sia stato oggetto di “avversità, violenza e odio” e chiedersi come mai ancora
oggi il suo volto suscita tali reazioni. Ed aggiunge: “Di fronte all’oltraggio di
queste immagini, nessun spettatore può restare indifferente”. Ma “queste opere – obbligano
i cristiani a interrogarsi e a cercare quale ricerca di senso e di dio esprimono”.
E conclude: “certe opere sono provocatorie e le loro provocazioni feriscono la sensibilità
di molti spettatori, cristiani e non. L’artista deve spiegare la sua intenzione”.