Egitto: legge comune fra copti e musulmani per la costruzione di edifici religiosi
Presentare una proposta di legge comune fra cristiani e musulmani sulla costruzione
di edifici di culto per contrastare i fumosi regolamenti imposti dal Consiglio supremo
dei militari. È quanto emerge dall’incontro fra i rappresentanti della Chiesa copta
ortodossa e dell’ Università islamica di Al – Azhar è avvenuto nei giorni scorsi.
Secondo fonti del quotidiano egiziano AlMasry- Alyoum, la proposta di legge consentirà
ai copti di regolarizzare tutti quegli edifici a tutt’oggi utilizzati come luoghi
di preghiera, costruiti anche senza il permesso del governo. A tutt’oggi il disegno
è in fase di approvazione, ma è da molti considerato inadeguato e ambiguo. Infatti,
concede ai governi locali il potere di approvare o meno la costruzione di luoghi di
culto, che devono essere di almeno 1000 mq e distanti più di 500 metri l’uno dall’altro.
Tuttavia, le autorità locali, soprattutto nell’alto Egitto, penalizzano le comunità
cristiane, e le dimensioni medie della chiese già realizzate non superano i 200 mq.
In ottobre il Consiglio egiziano per i diritti umani (National Council for Human Rights
- Nchr), ha realizzato una controproposta per eliminare tali limiti. Altro problema
riscontrato da molti esperti è l’assoluta arbitrarietà nel concedere un terreno per
la costruzione di moschee o chiese, che potrebbe causare conflitti all’interno di
molti villaggi. Nonostante le critiche – ricorda l'agenzia AsiaNews - il nuovo regolamento
per i luoghi di preghiera è stato presentato come il primo frutto della "Rivoluzione
dei gelsomini" e del nuovo Egitto del dopo Mubarak. Proposto il 2 giugno scorso, esso
nasce con l’intento di eliminare le assurde regole burocratiche, che per decenni hanno
impedito ai cristiani di costruire nuove chiese, fra tutte l’obbligo di chiedere l’autorizzazione
al presidente della repubblica o al primo Ministro. A tutt’oggi, i cantieri sono spesso
bloccati dalle comunità musulmane, nonostante l’autorizzazione delle alte cariche
dello Stato. L’ultimo caso è avvenuto lo scorso primo ottobre nella provincia di Asswan
(Alto Egitto) dove centinaia di musulmani, aizzati dal governatore locale, hanno incendiato
una chiesa. Il fatto è all’origine delle proteste organizzate dalla comunità copta
avvenute al Cairo il 9 ottobre, costate 27 morti e oltre 200 feriti. (A.L.)