Nepal: i leader islamici invitano al dialogo interreligioso sull’esempio del Papa
ad Assisi
Seguire l’invito al dialogo e alla non violenza pronunciato dal Papa ad Assisi. È
il messaggio lanciato dai leader musulmani del Nepal in occasione della festa del
sacrificio (Bakr-Eid). In Nepal i musulmani si battono da anni insieme ai cristiani
e alle altre minoranze per creare un’armonia fra le varie religioni contro la violenza
e l’estremismo che, negli anni scorsi, hanno creato forti divisioni fra le diverse
comunità religiose. Da circa tre anni, infatti, i festeggiamenti per il Bakr-Eid,
festa musulmana dedicata al sacrificio e alle preghiere per i poveri, è considerata
festa nazionale, come ad esempio il Natale cristiano. Ciò in nome della laicità dello
Stato proclamata nel 2006, dopo secoli di monarchia indù. Tuttavia, anche di recente
le comunità cristiane e musulmane nepalesi sono state più volte bersaglio dell’estremismo
indù, legato all’antica monarchia assoluta e confessionale. Nell’aprile 2009 una bomba
è esplosa nella cattedrale cattolica di Kathmandu, uccidendo tre persone. Lo scorso
26 settembre, due uomini hanno sparato a Faizan Ahmad, segretario generale del Partito
islamico nepalese, mentre usciva dalla moschea. A tutt’oggi le autorità non hanno
ancora identificato gli assassini, ma la comunità musulmana sostiene che dietro l’uccisione
vi sia la mano degli estremisti indù. Nazrul Hussein, responsabile dell’Islamic Sangjh
of Nepal, spiega che tutte le religioni devono battersi contro il dilagare del fondamentalismo.
Per il leader, sentito dall'agenzia AsiaNews, quanto ha affermato il Papa alla giornata
di preghiera di Assisi è la via più giusta da seguire. “Noi – sottolinea – stiamo
festeggiamento l’Eid, nonostante il lutto per il nostro leader ucciso”. Hussein, lancia
quindi un appello alle minoranze religiose e al governo affinché venga fatta luce
sul caso. “Noi – dice – abbiamo realizzato sul serio l’appello del Papa e lo vogliamo
diffondere nel mondo. In questi mesi abbiamo ricevuto molto sostegno dalle altre comunità.
Ciò ha spinto il governo a iniziare una commissione di indagine. Senza questa solidarietà
sarebbe stato impossibile”. (M.G.)