2011-11-08 15:37:19

Attesa e tensione per il rapporto Aiea sul nucleare iraniano


E’ imminente la pubblicazione del nuovo rapporto dell’Aiea, l’Agenzia delle Nazioni Unite per l’energia atomica, che potrebbe contenere prove inoppugnabili sulla possibilità dell’Iran di dotarsi presto di ordigni nucleari. Intanto, la comunità internazionale si spacca sull’ipotesi di un’azione militare contro Teheran. Da una parte Stati Uniti e Israele, favorevoli ad un atto di forza, dall’altra Russia, Cina, Francia e Germania, propensi a scegliere la via diplomatica o quella delle sanzioni. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Riccardo Redaelli, docente di Geopolitica all’Università Cattolica di Milano:RealAudioMP3

R. – Il problema del nucleare iraniano è che per anni lo abbiamo trascinato e sono sempre state mancate le possibilità di accordo, a volte per colpa degli iraniani, a volte per colpa degli americani. Ora la situazione si è assolutamente incancrenita. L’Iran ha praticamente raggiunto una latenza nucleare anche in campo militare. Il rapporto Aiea, che informalmente circola già da molte settimane, non sarà positivo, aggiungerà ulteriori preoccupazioni e tutto questo sta spingendo alcuni Paesi a valutare l’ipotesi che era già sul tavolo da diversi anni, cioè quella di un attacco missilistico aereo preventivo.

D. – Questo soprattutto alla luce degli interventi militari in Iraq e Afghanistan, perchè parte della comunità internazionale si ostina a parlare di azioni di forza, in questo caso contro un Paese ben più organizzato...

R. – C’è stata una differenza molto forte. Gli Stati Uniti in Iraq e la comunità internazionale in Afghanistan sono entrati con le truppe di terra, hanno invaso e occupato il Paese. Nessuno è così folle da pensare di invadere l’Iran. L’attacco a cui pensano gli Stati Uniti e Israele è sostanzialmente un attacco missilistico aereo mirato contro le basi e quindi un nuovo attacco di terra. Questo non significa che non sia pericoloso, perchè è evidente che l’attacco, per quanto chirurgico, porterà gravi distruzioni e spingerà l’Iran a una risposta. Le paure internazionali sono proprio nel tipo di risposta iraniana. L’Iran può fare ben poco a livello convenzionale per fermare il missile o gli aerei israeliani o statunitensi, ma può fare molto e molto di male a differenti livelli. In Iran ci sono forze che spingono perchè la risposta a un eventuale attacco sia il più possibile devastante e punti ad allargare il conflitto.

D. – E’ una preoccupazione in più il fatto che le grandi potenze si siano divise su questo aspetto, a parte la posizione di Israele che si sente direattemente minacciato da una possibile bomba atomica iraniana...

R. – Sì, è una seria preoccupazione, ma in realtà è già ben noto. E’ da anni che sul nucleare iraniano gli americani stanno da una parte e Russia e Cina cercano di resistere. Io non credo che l’opposizione cinese e soprattutto russa bloccheranno un attacco, se c’è la decisione politica statunitense e israeliana di farlo. Questo però renderà ovviamente più condizionata l’azione poi della mediazione delle Nazioni Unite per cercare, in caso di un attacco, di evitare una escalation. Il rischio è veramente che gli iraniani decidano di allargare, ad esempio lanciando missili come ritorsione sui Paesi arabi del Golfo, che è un’opzione che loro hanno sempre ventilato. Questo avrebbe effetti spaventosi a livello economico e finanziario. (bf)







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