2011-11-07 15:00:16

Maltempo. Donna morta travolta dall'acqua nell'Isola d'Elba. Po sotto osservazione, esonda il Sarno


Le piogge continuano ad imperversare con intensità su tutta l’Italia. Una donna è morta nell’Isola d’Elba. In Piemonte la Regione ha chiesto lo Stato di Calamità naturale. Intanto la Conferenza Episcopale Italiana ha stanziato un milione di euro per le zone colpite, mentre la Caritas è mobilitata con varie iniziative. Paolo Ondarza.RealAudioMP3

Le alluvioni non danno tregua all’Italia. In Piemonte il Po resta in stato di osservazione. Il governatore Cota ha chiesto lo stato di calamità naturale. Grave la situazione anche nel Salernitano dove nel tratto che attraversa la cittadina di Angri è esondato il fiume Sarno. E purtroppo si conta ancora una vittima del maltempo: secondo i vigili del fuoco in Toscana, a Marina di Campo nell’Isola d’Elba, una donna di 81 anni è stata travolta dalla furia dell’acqua mentre si trovava nella propria abitazione. Allagamenti e dissesti a Napoli e provincia. Nel Materano si cercano la donna di 44 anni e suo padre di 87 dispersi dopo che la loro auto è stata travolta dall'acqua di un canale. Un milione di euro è stato già stanziato dalla Cei: la Caritas è mobilitata con varie iniziative nelle regioni più colpite. Intanto oggi a Genova è lutto cittadino: nella Chiesa di Santa Margherita di Marassi questa mattina i funerali di Angela Chiaramonte, 40 anni, travolta dalla furia del Fereggiano. A celebrare le esequie il parroco, padre Francesco Lia:

R. – La morte ha senso e acquista significato solo nel momento in cui ci orientiamo verso la vita, partendo dalla morte di Cristo e poi meditando le morti dei nostri cari. E’ chiaro che, però, riflettere sul senso della morte in ordine alla vita non significa anche sottrarsi a quelle che sono le proprie responsabilità.

D. – Anche nella sua omelia, ieri, lei di fronte ai danni causati dalle alluvioni ha fatto un richiamo alle responsabilità...

R. – Ho richiamato proprio alle responsabilità remote e recenti: dalle macro alle micro responsabilità. In effetti, ognuno di noi deve assumersi le proprie. E’ chiaro, c’è chi ne ha di più e chi ne ha di meno.

D. – Oggi avete rivolto l’ultimo saluto ad Angela Chiaramonte. Nella tragedia questa donna ha compiuto un ultimo estremo gesto di amore. Suo figlio Domenico oggi l’ha voluto ricordare...

R. – Sì, dicendo: “Mia madre è stata un’eroina, perché si è spenta lei per salvare me”. Io l’ho definita la seconda maternità di Angela, che prima ha dato alla luce i figli e poi, per salvare il proprio figlio, ha dato la vita. E son convinto che, in fondo, si sarà spenta anche serena, vedendo che il figlio si stava salvando, mentre lei era risucchiata dalle onde.

D. – La vostra comunità piange anche le due bimbe albanesi di uno e otto anni, morte con la loro mamma...

R. – Quella di otto anni, Gioia, era tra i bimbi del catechismo del terzo corso. Ieri, la maggior parte erano alla Messa delle 10.00. C’era tanta richiesta di una parola e di un conforto, soprattutto da parte delle mamme, anche per poter spiegare ai propri bimbi, ai propri piccoli come mai la loro compagna non tornerà più tra i loro banchi e non ci sarà più in mezzo a loro. Alla fine della Messa c’è stata qualche mamma che mi ha detto: “Grazie, padre Francesco, perché con il Vangelo delle vergini sagge e delle vergini stolte ci hai dato delle indicazioni su come ripartire, soprattutto dove puntare la nostra speranza”.

D. – La ferita è ancora aperta e dolorosa chiaramente per tutta la vostra comunità parrocchiale, che comunque desidera reagire e anche in questa situazione di morte guarda al Risorto...

R. – Assolutamente sì, al di là della grande, sorprendente solidarietà che si sta riversando nel nostro quartiere: quindi tanto aiuto, tanta collaborazione, tanta generosità. Nello stesso tempo la nostra comunità ha bisogno di guardare oltre, non per dimenticare, ma per poter ripartire subito, con più tenacia, con più determinazione.

D. – Mentre Genova è in lutto cittadino, il maltempo imperversa in altre città italiane, dove si contano danni e vittime. Pensando a queste ed altre situazioni, si sente di dire qualcosa?

R. – Da sacerdote mi sento di dire: “Facciamo attenzione, la vita è sacra: va custodita, tutelata, protetta sempre e comunque; non lasciamoci prendere dallo scoraggiamento, dallo smarrimento, perché il Signore non ci abbandona mai”. (ap)







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