"Abbiamo intrapreso
un percorso in totale discontinuità con gli aspetti del passato, riferiti ad una gestione
trasparente e soprattutto in equilibrio economico e finanziario. Ciò ha portato la
Lazio ad uscire con un utile di 10 milioni di euro quest’anno, in controtendenza con
tutta una serie di squadre che, ricorderete, sono uscite con bilanci negativi". Per
il presidente della SS Lazio, Claudio Lotito, intervistato dal programma
sportivo della Radio Vaticana Non Solo Sport in collaborazione con la redazione sportiva
di Avvenire, giocare il giovedì pomeriggio in Europa Ligue e poi la domenica
pomeriggio in Campionato non va bene. "E’ un aspetto che solleverò in Lega perché
è incompatibile giocare il giovedì sera per poi rigiocare la domenica pomeriggio.
Non ci sono proprio le condizioni di recupero. Quindi secondo me, come accade per
la Champion League dove si gioca il martedì e il mercoledì, necessita la possibilità
di posticipare gli incontri di campionato". "Mi sto battendo per la legge sugli stadi.
In rappresentanza, chiaramente, della Lega, perché vogliamo affrancarci dalla dipendenza
economica dei diritti tv, senza su questo sminuire il ruolo che le televisioni hanno
perché oggi il 75% delle risorse dipendono dai ricavi dei diritti televisivi. Noi
vorremmo invertire questo dato, come in altri Paesi, dove il 75% è rappresentato dagli
incassi da stadio e merchandising proprio per dare libertà di azione e di agire alle
società. E’ chiaro che tutto ciò deve essere compatibile con un problema economico
di risorse, quindi di ricavi, e con la possibilità dei tifosi di assistere alle partite".
Sulla discesa in campo nel mondo politico, Lotito afferma: "ad una domanda specifica
dove mi è stato chiesto: lei scenderebbe in politica, ho risposto che non ho mai pensato
di fare politica. E’ altrettanto vero che avendo uno spiccato senso dello Stato e
di rispetto dell’interesse collettivo, qualora mi fosse chiesto, solo per fini tecnici,
a tempo, e quindi con totale spirito di servizio, ripeto se dovessi essere chiamato,
ci penserei perché a me piacciono le sfide. Ecco, ma per senso civico, indipendentemente
dalle scelte di carattere ideologico, solo per appartenenza a questa collettività
nazionale, italiana. L’ho visto solo in occasione del derby nel quale ci siamo stretti
la mano. Non ho avuto modo di confrontarmi con lui. Mi auguro che le due politiche
della Lazio e della Roma coincidano nell’interesse del calcio italiano e del calcio
capitolino". ( a cura di Luca Collodi )