Grecia: governo di unità nazionale per superare la crisi
Un governo di unità nazionale che avrà l'obiettivo di portare la Grecia alle elezioni,
dopo aver approvato il nuovo pacchetto di aiuti al Paese deciso dal Vertice europeo
del 27 ottobre. Questo l’accordo raggiunto dai leader dei due maggiori partiti greci,
George Papandreou, leader del Pasok, il partito socialista sino a ieri sera al governo,
e Antonis Samaras, leader di Nea Dimocratia, il principale schieramento dell'opposizione,
di centro-destra. La composizione del nuovo esecutivo dovrebbe essere annunciata in
giornata. Per la poltrona di primo ministro, i due leader sarebbero d'accordo sul
nome di Lucas Papademos, ex vice direttore della Banca centrale europea, vicino al
Pasok. Le elezioni anticipate dovrebbero tenersi il 19 febbraio prossimo. Un esecutivo
di unità nazionale in Grecia potrà rassicurare i mercati, garantendo il proseguimento
della politica di sacrifici concordati con l’Unione europea e il Fondo monetario internazionale?
Giada Aquilino lo ha chiesto ad Adriana Cerretelli, editorialista del
Sole 24 Ore a Bruxelles:
R. – Io direi
che c’è da augurarselo. Il mio timore è che anche in Grecia, come in Italia, le guerre
di potere tra partiti al governo e partiti all’opposizione siano tali da compromettere
gli sforzi che pure alcune forze politiche vorrebbero mettere in campo. Però, io vedo
veramente una situazione in Grecia - come in generale in Europa - molto preoccupante,
perché non ci sono classi politiche al potere - e mi riferisco anche alla Germania
- che siano in grado di affermare un punto di vista ed una politica sinceramente e
fortemente anticrisi.
D. – La figura di Lucas Papademos, ex vice direttore
della Banca centrale europea, com’è vista a Bruxelles?
R. – Sono tutte
persone affidabili, ma hanno a che fare con realtà politiche altamente imperfette
che a loro volta sono condizionate da situazioni obiettivamente difficili, nei singoli
Paesi: industrie, sindacati, dipendenti pubblici, pensionati, gente che perde parte
dello stipendio. Quindi, sono chiamati a sacrifici draconiani e in tempi molto rapidi,
con problemi e ripercussioni. Non dimentichiamo che in Grecia il tasso dei suicidi
ultimamente è aumentato del 40%. Questo per indicare la difficoltà di governare un
Paese in una situazione di crisi come questa, quando si chiedono enormi sacrifici
e non si vedono prospettive a breve di crescita economica.
D. – Anche
l’Italia potrebbe essere risucchiata nel vortice degli eventi politici ed economici
che stanno attraversando la Grecia?
R. – Fino a qualche mese fa, l’Italia
veniva ritenuta al sicuro da questa tempesta. Poi, come è noto, nell’ultimo mese e
mezzo la tempesta sta divorando l’Italia sui mercati e come situazione politica in
generale. Certamente, il Paese è molto vulnerabile in questo momento, anche se sono
abbastanza d’accordo con quello che ha dichiarato qualche giorno fa il governatore
della Banca d’Italia, Ignazio Visco, quando ha detto: “La situazione del debito italiano
è comunque sostenibile fino a che si arrivasse all’8 per cento dei tassi”.
D.
– A questo punto, sulla moneta unica pesa il rischio di un collasso generale?
R.
– Se andiamo avanti così, credo proprio di sì, anche perché non ci dimentichiamo che
gli attacchi all’Italia per tanti aspetti sono una sorta di cuscinetto che protegge
la Francia, la quale a sua volta è un Paese fragile. (gf)