2011-11-06 09:15:48

L’arcivescovo Vegliò alla Radio Vaticana: il fenomeno delle migrazioni offre ai cristiani l’occasione di annunciare il Vangelo


Il tema scelto da Benedetto XVI per la 98.ma Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, in programma il 15 gennaio 2012, è “Migrazioni e nuova evangelizzazione”. Nel messaggio pubblicato per l’occasione, il Papa spiega in che modo l’odierno fenomeno migratorio, che porta ad una mescolanza di persone e di popoli, può diventare un’opportunità provvidenziale per l’annuncio del Vangelo nel mondo contemporaneo. Fabio Colagrande ne ha parlato con l’arcivescovo Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti:RealAudioMP3

R. - Il fenomeno migratorio porta ad una mescolanza di persone e di popoli, con le loro caratteristiche sociali, culturali e religiose. Persone provenienti da varie regioni del mondo, dove Gesù Cristo non è ancora conosciuto, chiedono accoglienza in Paesi di tradizione cristiana. Al tempo stesso, persone che fanno parte di popoli dalla fede cristiana emigrano verso Paesi in cui i cristiani sono una minoranza. Oppure si recano in Paesi dove la fede non è più una convinzione personale, ma è ridotta a un fatto meramente culturale. Questo processo apre strade uniche per l’evangelizzazione perché offre alle comunità cristiane l’occasione di annunciare Gesù Cristo e di testimoniarlo attraverso il dialogo rispettoso e la testimonianza concreta della solidarietà. I migranti cristiani possono anche “risvegliare la coscienza cristiana assopita” richiamando a una vita di fede più coerente. Per questo il Santo Padre invita a prestare una pastorale adeguata ai migranti in modo che essi si mantengano saldi nella loro fede, coerenti nella vita cristiana e forti testimoni del Vangelo, per diventare essi stessi autentici annunciatori del kerygma evangelico.

D. - Ci può fare qualche esempio di come le Chiese d’origine, quelle di transito e quelle di accoglienza dei flussi migratori possono intensificare la loro cooperazione e aggiornare le loro strutture per favorire l’evangelizzazione?

R. - Nel mondo delle migrazioni, è importante sollecitare la solidarietà concreta, la tutela della dignità e dei diritti del migrante, del rifugiato e dello studente internazionale, il sostegno al loro sforzo di integrarsi nel Paese di arrivo senza perdere la loro identità umana e cristiana. Ovviamente occorre anche sensibilizzarli circa i loro doveri verso la società che li accoglie. Un esempio di cooperazione tra le Chiese di origine, transito e accoglienza è lo scambio di informazioni sulle leggi sull’immigrazione nei vari Paesi, e sulle esistenti strutture di sostegno, in modo da rendere i migranti consapevoli della loro dignità e dei loro diritti e doveri, come anche dei pericoli e delle difficoltà alle quali vanno incontro, ancora prima di partire. Un altro esempio è l’accompagnamento dei migranti, dei rifugiati e degli studenti internazionali attraverso gli operatori pastorali, siano essi sacerdoti, religiosi o laici, nelle loro necessità quotidiane, materiali e spirituali. Questi possono essere inviati dalle Chiese d’origine per vivere con loro il viaggio di speranza. Oppure, possono essere messi a disposizione dalle Chiese di transito e di accoglienza per sostenere i migranti nello sforzo quotidiano di costruire una vita nuova verso un futuro migliore in una terra straniera.

D. - Nel messaggio, il Papa sottolinea l’importante ruolo della stampa nel far conoscere, con correttezza, la situazione di chi ha dovuto forzatamente lasciare la propria patria. Perché questa sottolineatura, secondo lei?

R. - Il Santo Padre sottolinea giustamente l’importante ruolo della stampa per richiamare la responsabilità dei giornalisti a lavorare con coscienza, non solo con notizie di attualità, ma anche contribuendo con messaggi di verità ai cittadini, per diffondere una cultura di solidarietà. I mass media, per il loro immediato impatto sull’opinione pubblica, devono preoccuparsi seriamente di fornire una corretta e ampia informazione, evitando terminologie demagogiche, tese a infierire sull’immagine dei migranti forzati. Il loro contributo è necessario per sensibilizzare la società a nuove situazioni e alla realtà delle violazioni dei diritti dei rifugiati. Le persone che hanno dovuto forzatamente lasciare il loro Paese non hanno avuto altra scelta, per salvare la propria vita, che fuggire, spesso in modo repentino, dalle violenze, dalle persecuzioni e dalle guerre in atto, lasciando i loro affetti e le loro sicurezze. Nessuno, infatti, in tali condizioni lascia volentieri la propria patria, a volte senza neanche il tempo per un addio. I Paesi di arrivo dovrebbero assumersi la responsabilità di assolvere il dovere di protezione dei rifugiati in accordo con la Convenzione del 1951, che prevede di assisterli e di accoglierli con i loro diritti e obblighi nei confronti del Paese in cui si trovano.

D. - Nel Messaggio, il Papa sottolinea la situazione dei numerosi studenti internazionali che affrontano problemi di inserimento, disagi nella ricerca di alloggio. È un settore della mobilità che il vostro dicastero sta seguendo in modo particolare?

R. – Sì, certamente. Essendo competenza di questo nostro dicastero la promozione della pastorale della mobilità umana in generale, anche la categoria degli studenti internazionali fa parte del complesso fenomeno della mobilità umana. Il numero degli studenti internazionali ha superato i tre milioni e si prevede che entro il 2025 saranno circa 7 milioni. Di conseguenza, aumenta la necessità che i luoghi di formazione ed educazione si adeguino a questa realtà. La missione di quanti hanno una responsabilità accademica e pastorale nel mondo universitario dovrebbe essere quella di promuovere la collaborazione tra le culture diverse degli studenti, anche per annunciare il Vangelo ai giovani. A questo fine, il nostro dicastero sta organizzando il terzo Congresso Mondiale della pastorale per gli studenti internazionali, che avrà luogo a Roma, quest’anno, dal 30 novembre al 3 dicembre, sul tema: “Studenti Internazionali e Incontro delle Culture”. Lo scopo è di studiare il ruolo degli studenti internazionali coinvolti nella mobilità umana e protagonisti della nuova evangelizzazione negli ambiti accademici e universitari. Vi parteciperanno circa 135 delegati dai Paesi di maggior afflusso degli studenti internazionali, rappresentando 36 Conferenze episcopali, 8 istituti religiosi e associazioni ecclesiali, 4 organizzazioni internazionali e regionali, impegnati in questo apostolato. Parteciperanno anche circa 30 studenti internazionali per condividere la loro esperienza. Ma, naturalmente, la maggioranza dei partecipanti è quella dei delegati, perché sono loro che curano la pastorale degli studenti.







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