Nella solennità di San Carlo Borromeo il cardinale Scola riafferma "l'unità della
Chiesa”
Si è chiuso ieri, solennità di san Carlo Borromeo, l’anno borromaico promosso dalla
diocesi di Milano e dedicato al tema della santità. Nell’omelia in Duomo il neo arcivescovo
della città, cardinale Angelo Scola, ha insistito sul concetto di unità che è l’essenza
stessa della Chiesa e ha indicato ai sacerdoti la strada per raggiungere tale unità,
citando la lettera agli Efesini: “Conservare l’unità dello Spirito per mezzo del vincolo
della pace”. La riflessione del porporato si è incentrata molto sul tema del vivere
l’unità del corpo sacerdotale nella diversità delle vocazioni di oggi: “Vigiliamo
ogni giorno con cura su questa unità per non privare il nostro popolo di una grazia
così decisiva – sono state le sue parole riportate dall’agenzia Sir – una modalità
concreta per educarci alla comunione effettiva sono gli incontri nei decanati, nel
lavoro delle parrocchie, nelle diverse unità e comunità pastorali e nel continuo scambio”.
L’arcivescovo ha spinto anche a una continua verifica del cammino comunitario e ha
suggerito due condizioni per impedire che l’unità rimanga solo un concetto astratto:
“La prima è la personale autoesposizione perché la verità è vivente e personale –
ha detto – l’altra è l’inesauribile disponibilità alla conversione. Di fronte a un’esperienza
ecclesiale vissuta con maggior pienezza – ha concluso – la mia libertà è chiamata
a fare un passo di adesione verso la maggior verità intravista, costasse anche la
ferita della correzione fraterna”. (R.B.)