Il Papa all'ambasciatore della Costa d'Avorio: promuovere la pace facendo luce sulle
violazioni dei diritti umani
Riconciliazione tra le varie anime del Paese e trasparenza nella gestione interna:
sono le principali esortazioni che Benedetto XVI ha rivolto ai responsabili della
cosa pubblica in Costa d’Avorio, attraverso il neo ambasciatore ivoriano presso la
Santa Sede, Joseph Tebah-Klah. Il Papa lo ha ricevuto questa mattina in udienza per
la presentazione delle Lettere credenziali, nell’anno in cui si ricorda il 40.mo anniversario
dall’avvio delle relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Costa d’Avorio. Il servizio
di Alessandro De Carolis:
“È con grande
preoccupazione che ho seguito il dramma della crisi post-elettorale vissuta dal vostro
Paese”, una crisi che “ha minato la coesione sociale e ha portato a divisioni” tuttora
non sopite. Parte così l’analisi di Benedetto XVI sulla Costa d’Avorio. Uno sguardo
chiaro e parole che affondano direttamente nel principale fattore di squilibrio della
nazione africana, patria di una sessantina di etnie che devono trovare le basi di
una nuova convivenza e che, in questo loro sforzo, possono essere di modello per tutta
l’Africa:
“La grave crise que la Côte d’Ivoire… La
grave crisi che la Costa d'Avorio ha vissuto, ha anche portato a gravi violazioni
dei diritti umani e a molte vittime. Incoraggio allora il vostro Paese a promuovere
tutte le iniziative dirette alla pace e alla giustizia. Non abbiate paura di trovare
la verità sui crimini e le violazioni commesse contro i diritti umani. Vivere insieme
sarà possibile solo attraverso la ricerca armoniosa della verità e della giustizia”.
Sulla questione, Benedetto XVI ha detto di vedere con “favore”
l'istituzione della “Commissione Verità-dialogo-riconciliazione” e ne ha auspicato
un lavoro “diligente” e soprattutto “imparziale”. E il bisogno di equidistanza nel
considerare il passato in funzione di un futuro più stabile è ritornato anche quando
il Papa ha indirizzato la sua riflessione su un altro punto dolente, ovvero il bisogno
che la Costa d’Avorio ha di sconfiggere l’endemica pianta della corruzione:
“Je
voudrais encourager les responsables… Vorrei incoraggiare i responsabili
del vostro Paese a impegnarsi risolutamente sulla strada verso una governance
trasparente ed equa, e accolgo con favore il codice di buona condotta per i membri
del governo, adottato nella prima quindicina di agosto. Per raggiungere il bene comune,
ci vuole disciplina, giustizia e trasparenza nella governance.
Spetta ai politici fare ogni sforzo per garantire che della ricchezza del Paese godano
equamente tutti i cittadini”.
Benedetto XVI ha poi chiesto rispetto
per gli “inalienabili diritti dell’altro” e per la “sacralità della vita umana”, come
pure per la libertà religiosa. E ha ribadito l’impegno della Chiesa ivoriana a collaborare
con le istituzioni dello Stato per la ricostruzione del Paese. La Chiesa, ha osservato
il Pontefice, “non vuole sostituirsi allo Stato”, ma attraverso le sue tante istituzioni
educative e sanitarie può offrire un grande aiuto a un Paese che ha bisogno di “guarire
tante ferite del corpo e dell'anima”. Del resto, ha soggiunto, quale potrebbe essere
il futuro e lo sviluppo di una nazione “senza istituzioni educative forti che insegnino
e promuovano i valori morali, intellettuali, umani e spirituali? Sono fiducioso –
ha concluso – che questo progetto educativo costituisca già una priorità per costruire
la Costa d'Avorio del domani dinamica e prospera, pacifica e responsabile”.