2011-11-04 15:44:41

Grecia al voto di fiducia sull’austerity dopo il passo indietro sul referendum


Il governo greco di Papandreou si prepara nel pomeriggio ad affrontare in parlamento il voto di fiducia. Nella giornata di ieri, il premier si era già detto disponibile ad annullare il referendum sulle misure di austerity, sottolineando l’importanza delle riforme volute dall’Ue per il salvataggio del Paese dalla bancarotta. Quali dunque gli scenari che si preparano per la politica greca? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Furio Morroni, raggiunto telefonicamente ad Atene:RealAudioMP3

R. – Oggi, la giornata politica ad Atene è ancora più confusa di quella di ieri: serpeggia una grossa delusione e rabbia fra i deputati del Pasok, il partito socialista al governo, nei confronti del premier, che prima ha creato un grosso scompiglio con l’annuncio, mai ufficializzato, in effetti, del referendum, referendum che poi, anche questa volta sottobanco quasi, a mezza voce, è stato annullato.

D. – Ci sono i numeri per confermare la fiducia al governo Papandreu?

R. – L’esito del voto è assolutamente incerto. Papandreu rischia di non avere la fiducia, perché ieri dai tre ai cinque deputati del Pasok hanno lasciato il partito. È anche vero però che Papandreu sta facendo l’impossibile per riconquistare alcuni voti e superare la soglia dei 151, che è la maggioranza minima prevista sui 300 deputati, perché vorrebbe, da quello che si è capito, uscire a testa alta da questa esperienza di governo e non uscirne privo della fiducia. La sua intenzione è quella – una volta ottenuta la fiducia – di aprire colloqui con l’opposizione, per poi andare alla costituzione di un nuovo governo.

D. – In caso di sfiducia, quali ricadute ci sarebbero per l’Europa?

R. – La Grecia non otterrebbe entro il 15 dicembre – data massima di cui ha bisogno – la sesta tranche degli aiuti concordati lo scorso maggio, e le casse statali sono vuote, non ci sono i soldi per pagare gli stipendi e le pensioni degli statali. L’Europa starà a guardare, nella speranza che si ricrei al più presto un governo di unità nazionale, con tecnici al posto dei politici. (ap)








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