2011-11-03 08:11:14

Il cardinale Mahony: il disarmo nucleare è un imperativo morale


L’eliminazione degli arsenali nucleari nel mondo è una sfida difficile ma è una sfida che i leader delle nazioni devono saper cogliere e affrontare: è la sintesi dell’intervento che il cardinale Roger Michael Mahony, arcivescovo emerito di Los Angeles, ha svolto in occasione di un seminario presso il Kroc Institute for International Peace Studies della University of Notre Dame, al quale ha partecipato anche l’ex segretario alla difesa del Governo degli Stati Uniti, William Perry. I due relatori – riferisce l’Osservatore Romano - hanno indicato la necessità di compiere ulteriori passi in avanti nel processo di disarmo mondiale, richiamando le istituzioni alle proprie responsabilità nei confronti dell’umanità. Il disarmo nucleare, ha sottolineato il cardinale Mahony, «è un imperativo morale». La Chiesa cattolica, ha spiegato il porporato, «rifiuta la visione che vede nella deterrenza nucleare la sola opzione a lungo termine». Piuttosto, la Chiesa «insiste sul fatto che il disarmo nucleare e non la deterrenza sia la base per la sicurezza per il futuro». In particolare, il cardinale Mahony ha espresso preoccupazione sul fatto che, nonostante l’entrata in vigore del nuovo Trattato Start tra Stati Uniti e Russia per la riduzione degli armamenti strategici, migliaia di vettori siano ancora tenuti in stato di allerta, pronti a rispondere a eventuali minacce. Per il porporato «lo status quo nucleare non è moralmente accettabile» e per questo ha esortato tutte le parti a implementare la collaborazione. L’ex segretario alla difesa Perry, che ha assunto il mandato dal 1994 al 1997, durante l’amministrazione Clinton, ha osservato che «il mondo deve restare vigile sul pericolo nucleare». Fra l’altro, l’ex segretario alla difesa, assieme ad altri leader, ha prodotto un video dal titolo «Nuclear Tipping Point» per diffondere una cultura del disarmo. Nel concludere, il cardinale Mahony ha quindi lanciato l’esortazione «a non abbandonarsi al peccato della disperazione, nella convinzione che non si potrà mai sfuggire alla difficile situazione nella quale si trova l’umanità, ma ad abbracciare la virtù della speranza».







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