Il cardinale Mahony: il disarmo nucleare è un imperativo morale
L’eliminazione degli arsenali nucleari nel mondo è una sfida difficile ma è una sfida
che i leader delle nazioni devono saper cogliere e affrontare: è la sintesi dell’intervento
che il cardinale Roger Michael Mahony, arcivescovo emerito di Los Angeles, ha svolto
in occasione di un seminario presso il Kroc Institute for International Peace Studies
della University of Notre Dame, al quale ha partecipato anche l’ex segretario alla
difesa del Governo degli Stati Uniti, William Perry. I due relatori – riferisce l’Osservatore
Romano - hanno indicato la necessità di compiere ulteriori passi in avanti nel processo
di disarmo mondiale, richiamando le istituzioni alle proprie responsabilità nei confronti
dell’umanità. Il disarmo nucleare, ha sottolineato il cardinale Mahony, «è un imperativo
morale». La Chiesa cattolica, ha spiegato il porporato, «rifiuta la visione che vede
nella deterrenza nucleare la sola opzione a lungo termine». Piuttosto, la Chiesa «insiste
sul fatto che il disarmo nucleare e non la deterrenza sia la base per la sicurezza
per il futuro». In particolare, il cardinale Mahony ha espresso preoccupazione sul
fatto che, nonostante l’entrata in vigore del nuovo Trattato Start tra Stati Uniti
e Russia per la riduzione degli armamenti strategici, migliaia di vettori siano ancora
tenuti in stato di allerta, pronti a rispondere a eventuali minacce. Per il porporato
«lo status quo nucleare non è moralmente accettabile» e per questo ha esortato tutte
le parti a implementare la collaborazione. L’ex segretario alla difesa Perry, che
ha assunto il mandato dal 1994 al 1997, durante l’amministrazione Clinton, ha osservato
che «il mondo deve restare vigile sul pericolo nucleare». Fra l’altro, l’ex segretario
alla difesa, assieme ad altri leader, ha prodotto un video dal titolo «Nuclear Tipping
Point» per diffondere una cultura del disarmo. Nel concludere, il cardinale Mahony
ha quindi lanciato l’esortazione «a non abbandonarsi al peccato della disperazione,
nella convinzione che non si potrà mai sfuggire alla difficile situazione nella quale
si trova l’umanità, ma ad abbracciare la virtù della speranza».