2011-11-03 14:39:59

Afghanistan. Attacco a Herat: i militari italiani liberano 31 ostaggi di cui sei italiani


I militari italiani in Afghanistan sono intervenuti per evacuare 31 civili, di cui 6 italiani, rinchiusi in due compound, in seguito all'attacco portato da insorti a una società di telecomunicazioni di Herat, che fornisce logistica al contingente militare. L'operazione è terminata con la morte degli assalitori e di due guardie afghane. Nell'attacco degli insorti un soldato italiano era rimasto ferito. Della situazione in Afghanistan ha parlato oggi, in conferenza stampa a Bruxelles, il segretario generale della Nato: Rasmussen ha sottolineato che in Afghanistan gli attacchi, tra luglio e settembre, sono calati del 26% rispetto allo stesso periodo del 2010. Ha poi ribadito che la Nato “non abbandonerà l'Afghanistan”: se anche “progressivamente ridurrà il ruolo nei combattimenti”, la Nato si impegna a dare “il suo sostegno anche dopo il 2014”.

Iraq, 161 morti a ottobre: mese più sanguinoso del 2011
Ottobre di sangue in Iraq: il numero dei civili uccisi, stando alle stime diffuse dal Ministero della salute, ha toccato quota 161, a fronte dei 110 di settembre. Si tratta del bilancio più grave dell'intero 2011.

Libia. La Nato chiede al Cnt il controllo sulla circolazione di armi nel Nord Africa
In Libia, dopo l’uccisione di Muammar Gheddafi, la situazione generale resta tesa. Un regolamento di conti, tra gruppi rivali di combattenti che hanno appoggiato l’insurrezione, ha provocato ieri un morto e cinque feriti in un ospedale di Tripoli. Nelle stesse ore, il Consiglio nazionale di transizione (Cnt) ha annunciato il nome del nuovo premier, Abdarrahim al-Keib, atteso da numerose sfide, anche sul piano internazionale. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

Il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, chiede al Cnt di impedire “la diffusione nel Nord Africa delle armi” che attualmente circolano in Libia. Rasmussen - in una conferenza stampa tenuta dopo una visita a Tripoli, durante la quale ha incontrato anche il presidente Jalil - ha affermato che, “come gli Stati vicini”, l'autorità libica “deve fare tutto il necessario per mettere la situazione sotto controllo”. Il segretario generale dell'Alleanza, ricordando che “l'embargo sulle armi è ancora in vigore”, ha sottolineato che - finita l'Operazione Unified Protector - “è responsabilità individuale di tutti gli alleati mettere in atto la risoluzione dell'Onu” e di “non poter escludere che, su richiesta delle autorità libiche, alcuni Stati a titolo individuale possano intervenire” per mettere sotto controllo le armi. Intanto, la Corte penale internazionale sta continuando a negoziare un'eventuale resa di Saif, figlio e delfino del colonnello Gheddafi. Lo fa sapere, parlando al Consiglio di sicurezza dell'Onu, il procuratore capo della Cpi, Luis Moreno-Ocampo, che ha avviato indagini per accertare se Muammar Gheddafi abbia ordinato stupri di massa.

Tunisia: l’integralismo islamico minaccia i professori universitari
In Tunisia, gli integralisti islamici hanno aggredito verbalmente e fisicamente docenti e studenti all'interno dell'Università. Durante una riunione tenutasi ieri a Tunisi, i professori hanno denunciato come questi atti d’intolleranza avvengono senza che ci sia un'adeguata risposta da parte dello Stato. Secondo le testimonianze, alla base delle aggressioni ci sono il modo di vestire troppo occidentale di docenti e studenti e il contenuto di alcune lezioni.

Manifestanti tentano irruzione nel parlamento ucraino
Un migliaio di manifestanti ha tentato di fare irruzione nella sede parlamento ucraino, riuscendo a sfondare uno dei cancelli. I dimostranti sono stati però respinti poco dopo da centinaia di poliziotti in assetto antisommossa. Durante gli scontri, un agente è rimasto ferito ed è stato portato via in ambulanza. Le forze dell'ordine hanno poi preso il controllo della piazza davanti al parlamento, mentre i manifestanti continuavano a gridare "vergogna", chiedendo lo scioglimento immediato. Appena due giorni fa, circa 700 persone - tra reduci della guerra combattuta dall'Urss in Afghanistan tra il 1979 e il 1989 e sopravvissuti all'incidente nucleare di Chernobyl - avevano sfondato il cordone di polizia davanti al palazzo del parlamento e danneggiato una delle porte d'ingresso, nel tentativo di entrare nell'edificio. La manifestazione era stata organizzata contro gli annunciati tagli alle pensioni e ai sussidi statali per i trattamenti sanitari.

Usa: gli “indignati” bloccano il porto di Oakland
Gruppi di manifestanti, che si rifanno ai cosiddetti "indignati" e che s’identificano con lo slogan “Occupy Oakland”, hanno bloccato le operazioni marittime nel porto di Oakland, uno dei più grandi degli Stati Uniti. I dimostranti avevano annunciato la protesta in seguito al grave ferimento, durante un sit-in nella città, di un marine con alle spalle due missioni in Iraq. La polizia è intervenuta sparando lacrimogeni contro i manifestanti. Al momento, il bilancio è di quaranta persone arrestate e un dimostrante ferito.

Arrestato a Cuba il dissidente Farinas, premio Sakharov 2010
Il dissidente, Guillermo Farinas, è stato arrestato ieri a Cuba, nella città di Santa Clara. La notizia del fermo è stata diffusa dalla blogger cubana, Yoani Sanchez, e dai familiari dell’oppositore. Secondo il presidente della Commissione cubana dei diritti umani e riconciliazione nazionale, Farinas è stato arrestato mentre, insieme ad altri attivisti, si trovava all'ospedale della città per visitare Alcides Rivera, un dissidente in sciopero della fame. In passato, Farinas ha condotto 23 scioperi della fame per protesta contro il governo castrista. Nel 2010 ha ricevuto il premio Sakharov, il riconoscimento per la libertà di pensiero assegnato dal parlamento europeo.

Tribunale di New York condanna trafficante d’armi russo
La Russia cercherà di riportare in patria Viktor Bout, ex ufficiale dell'aeronautica russa riconosciuto colpevole di traffico d’armi da un tribunale federale di New York. Secondo Mosca, la sentenza di ieri è di dubbia “equità”, in ragione dei tempi lunghi e delle condizioni estremamente “dure” della sua detenzione. Il trafficante d’armi russo è stato ritenuto responsabile di aver tentato di vendere un carico di armi a guerriglieri Farc della Colombia, che intendevano utilizzarle contro militari e cittadini americani. Inoltre, è ritenuto responsabile di aver venduto sin dalla fine della Guerra fredda tonnellate di armi in Africa, Medio Oriente e Sud America. Bout, estradato negli Usa dopo l'arresto in Thailandia nel 2008, rischia fino a 25 anni di prigione. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Giovanni Cossu)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 307







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