"Attualmente la situazione
si sta complicando ulteriormente, perché anche la pazienza notoriamente famosa dei
thailandesi sta venendo meno. Quello che hanno definito uno “tsunami lento”, di fatto
ha causato più danni che lo tsunami del Giappone". Dal nord della Thailandia don
Attilio De Battisti, fidei donum della diocesi di Padova in missione per la Chiesa
del Triveneto in Thailandia, a Chae Hom, afferma a 105 Live come l’acqua, stagnando
da più di un mese, inizia a trasportare carcasse, cadaveri. "Ma ci sono anche altri
pericoli come i serpenti e coccodrilli che sono in stato di libertà. Adesso il timore
è veramente quello di avere delle malattie nuove: qualcuno teme già la diffusione
della malaria". A Bangkok, "si parla di almeno 40 giorni per lo smaltimento di tutto:
non so se in questo includano anche la pulizia delle strade, dei quartieri alluvionati.
Si parla di un metro e in qualche zona anche fino a due metri di acqua. Ieri ci sono
stati anche alcuni episodi di aggressività nei confronti delle forze armate che proteggono
le dighe e le barriere che si sono create con sacchi di sabbia e terra". Nella foto
l'aeroporto di Bangkok. ( a cura di Luca Collodi )