'L'ONU fa
benissimo a sfruttare questa occasione per rilanciare, anche a livello politico, un'azione
che porti maggiore equità nel mondo, meno squilibri e meno povertà'. Così Antonio
Golini, docente emerito di demografia all'Università La Sapienza di Roma, commenta
la notizia della nascita a Manila, nelle Filippine, di Danica May Camacho, secondo
le Nazioni Unite l'essere umano numero 7 miliardi. 'Dobbiamo fare in modo che
tutti i sette miliardi vivano relativamente bene sulla faccia della terra - spiega
il demografo - e che non ci siano le gravi disuguaglianze che sussistono tutt'ora'.
'Non ha senso chiedersi se oggi sulla terra siamo pochi o siamo troppi' aggiunge il
professore. 'Secondo uno studio americano il globo potrebbe sopportare fino a 40 miliardi
di individui. Ma anche se dovessimo un giorno concludere che la popolazione mondiale
ha raggiunto una cifra eccessiva, chi dovremmo sacrificare?'. 'L'obiettivo per uno
sviluppo demografico mondiale sostenibile' - aggiunge Golini - 'sarebbe quello di
due figli per coppia. Ma per realizzarlo in un Paese in crisi demografica come l'Italia
è evidente che bisognerebbe assicurare alle coppie la libertà economica e psicologica
di avere anche tre o quattro figli. Libertà che oggi non hanno'.