Sale la disoccupazione nell'Eurozona, Italia compresa, mentre prosegue la polemica
sui "licenziamenti facili"
E’ allarme disoccupazione in Italia. Secondo dati Istat il tasso di disoccupazione
giovanile a settembre è salito al 29,3%, dal 28,0% di agosto. Si tratta del dato più
alto dal gennaio 2004, ovvero dall'inizio delle serie storiche. Preoccupante la condizione
delle donne: una su due in Italia non lavora, ne’ cerca un posto.Intanto è
ancora polemica sulla cosiddetta norma sui licenziamenti facili. Il servizio è di
Paolo Ondarza.
Disoccupazione
alle stelle in Italia: il tasso relativo ai giovani tra i 15 e i 24 anni a settembre
è salito al 29,3%, dal 28,% di agosto. E’ il dato più alto dal gennaio 2004. Lo rileva
l’Istat in base a stime provvisorie. A settembre il tasso di disoccupazione è balzato
all'8,3%, dall'8,0% di agosto, riportandosi ai livelli del novembre 2010. Carlo
Costalli, presidente del Movimento Cristiano Lavoratori:
“Questi
sono effettivamente dati molto preoccupanti. E’ chiaro che qui, se non c’è una ripresa
economica forte, difficilmente ne usciremo”.
E se l’Italia in Europa
fa registrare l’incremento maggiore dei senza lavoro, secondo solo alla Spagna, non
va meglio nel resto del Vecchio Continente: stando all’Eurostat, infatti, la disoccupazione
nell’Eurozona sale dal 10,1% al 10,2%; nella Ue a 27 invece dal 9,6% al 9,7%. Di fronte
ad una crisi globale e alla vigilia del G20 di Cannes, l’Ocse - l’Organizzazione
per la Cooperazione e lo sviluppo economico – sollecita i Paesi membri ad adottare
misure energiche per restaurare la fiducia e migliorare lo scenario globale per favorire
crescita e occupazione. Ancora Costalli:
“Non è un tema solo italiano.
Io credo che noi dobbiamo trovare un giusto equilibrio fra il mantenimento di un accettabile
livello di garanzie per il mondo del lavoro e una necessaria liberalizzazione di tanti
comparti ancora bloccati. Se non entriamo in un campo che è difficile da accettare
per le organizzazioni sindacali, ma che è quello di una sana concorrenza, difficilmente
ce la faremo, rispetto a mercati esterni all’Europa”.
Intanto in Italia
è polemica sulla cosiddetta norma sui licenziamenti facili, tra le misure che il governo
ha incluso nella lettera di intenti inviata e approvata da Bruxelles e fortemente
contestata dalle parti sociali che minacciano lo sciopero generale. Il ministro del
Lavoro, Sacconi, ieri ha paventato il rischio terrorismo. Oggi il sottosegratrio all’interno
Mantovano ha spiegato che non c’è un allarme sulla riorganizzazione delle Br, ma che
il clima è preoccupante. La leader Cgil Camusso dice ‘no’ a qualsiasi forma di protesta
violenta e chiede al governo di non inquinare un clima che è già difficile. Sulla
situazione sentiamo sempre Carlo Costalli:
“Sicuramente, il clima è
preoccupante. Sacconi parli più di lavoro e meno di licenziamenti, e porti le parti
sociali a dicutere. E allora, anche questo abbasserà la tensione”.