2011-10-29 13:58:25

Prosegue in Italia il dibattito sui "licenziamenti facili"


Continua in Italia il dibattito sulle norme per la crescita messe in campo dal governo nei confronti dell’Ue per uscire dalla crisi, e in discussione in settimana in Parlamento. Ieri lo sciopero a Roma di Cgil e Uil col proposito, ribadito insieme alle altre forze sindacali, di far fronte comune alle nuove norme sul lavoro in particolare sui licenziamenti per motivi economici, i cosiddetti “licenziamenti facili”. Bocciato per ora il tavolo col ministro del lavoro Sacconi. Dal canto suo il premier Berlusconi, ieri, tornando sull’argomento, ha auspicato il superamento di un sistema lavoro ottocentesco e ha aperto alla proposta del senatore del Pd Ichino. Licenziamenti sì ma con una serie di garanzie, tra cui il sostegno al reddito. E sul tema delle garanzie per i lavoratori si sofferma anche Michele Rizzo presidente della Fondazione per il bene Comune al microfono di Gabriella Ceraso.RealAudioMP3

R. – Il premier ha in parte ragione, quando evoca un’immagine ottocentesca e quindi superata dal punto di vista di queste norme sociali. Quello che manca completamente e che rende questa misura sbagliata è il contorno: noi dobbiamo avere un sistema di protezione, di sicurezza che parta dai ragazzi, appena finito il ciclo scolastico, e che si concluda all’età pensionabile, che renda non traumatico un eventuale licenziamento. Quindi, mettere tutti i lavoratori su un percorso che pur non essendo più ottocentesco salvaguardi la loro dignità e anche le loro famiglie. Senza queste norme, presenti in tutti o quasi tutti i Paesi europei, una normativa così penalizzante stimola se non disperazione, sicuramente smarrimento e allontanamento maggiore della gente dalle istituzioni.

D. – Che cosa dovrebbero fare in questo momento i sindacati? Il ministro Sacconi ha aperto un confronto, ma loro dicono “no” perché la norma sui licenziamenti comunque cancella l’art. 18, per cui non si discute...

R. – Io penso invece che in un momento così difficile per il nostro amato Paese sia meglio discutere di tutto. I sindacati devono tutelare i lavoratori e comprendere che anche il sistema Italia però deve rimanere competitivo in questo mondo che cambia settimana dopo settimana.

D. – Il nodo cruciale resta comunque l’occupazione. Secondo uno studio della Cga di Mestre, se nel nostro Paese fosse stato in vigore il provvedimento sui licenziamenti facili proprio in questi anni di crisi, addirittura la disoccupazione sarebbe salita di 3 punti di percentuale rispetto a quella attuale...

R. – Penso che sia molto difficile ex post giudicare. Detto questo, siccome la fonte è autorevole, noi dobbiamo pensare che il nostro primo obiettivo per una società matura sia quello di garantire a tutti un posto di lavoro che sia decoroso. Quindi, qualsiasi intervento che vada in senso contrario è da respingere. (ap)







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