Nepal. Crimini contro i minori, sempre più alto il tasso di impunità
Le minacce alle vittime e l’assenza di meccanismi di tutela per i testimoni stanno
minando il sistema giudiziario nepalese che risulta sempre più incapace di condannare
i responsabili di crimini e brutalità contro i minori. Particolarmente allarmante
risulta la situazione dei giovani detenuti, oltre 32% dei quali, secondo un recente
sondaggio citato dalla Fides, ha riferito di torture o maltrattamenti subiti nel periodo
che va gennaio a giugno 2011. Nonostante le torture siano considerate fuori legge
in Nepal da circa 20 anni, non è stato ancora mai condannato nessun "carnefice" secondo
l’articolo 7 del Children Act. Il sistema giudiziario ha dunque fatto progressi nel
settore della tutela dei diritti umani ma va molto a rilento nella lotta contro gli
abusi e nelle condanne contro i colpevoli. Ad esempio, il Torture Compensation Act
1996, prevede sanzioni ministeriali nei casi in cui sia stata verificata una tortura.
Tuttavia, mentre il tribunale ha più volte comprovato le torture e risarcito le vittime,
raramente ha perseguito azioni contro i responsabili. Alla luce di questi dati, l’Asian
Human Rights Commission e il Center for Victims of Torture-Nepal hanno sollecitato
il governo ad accelerare il processo di criminalizzazione di questo fenomeno attraverso
l'adozione di sanzioni proporzionate alla gravità del reato, e in linea con gli standard
accettati a livello internazionale dei diritti umani. (M.G.)