Convegno di pastorale sociale a Rimini sul tema "Educare al lavoro dignitoso"
“Educare al lavoro dignitoso” è il tema che ha scandito i lavori del Convegno nazionale
dei direttori diocesani di pastorale sociale che si è svolto in questi giorni a Rimini.
La tre giorni è stata chiusa ieri dall’intervento del vescovo ausiliare di Milano,
mons. Franco Giulio Brambilla, che ha anticipato le principali sfide da affrontare
in vista del VII Incontro mondiale delle famiglie che si terrà a Milano dal 28 maggio
al 3 giugno 2012. Il presule, citato dal Sir, ha puntato il suo discorso sul controverso
rapporto tra “lavoro e festa”, due momenti “che devono infrangere uno dei muri oggi
più difficili da abbattere, quello che separa famiglia e società”. Mons. Brambilla
ha sottolineato, da una parte, l’esigenza di “aprire la casa” perché “l’amore vero
in una famiglia, può essere vissuto solo dentro un disegno più ampio a livello ecclesiale
e sociale”. Nel ricordare l’esempio dei coniugi Bruno ed Enrica Volpi che con Villa
Pizzone e l’associazione Mondo di Comunità e famiglia, hanno dato vita ad una casa
“accogliente e generante”, mons. Brambilla ha spronato i direttori diocesani della
pastorale sociale a verificare la qualità della loro vita familiare, delle loro scelte
e speranze prima di passare ad aiutare gli altri. E il lavoro, ha affermato, “può
divenire luogo di corretta abitazione nel mondo solo se comprende la festa. C’è bisogno
di un giorno dove l’uomo e la donna – precisa il presule – abbiano il coraggio di
perdere tempo sapendo che non è tempo perso”. In un contesto in cui “la famiglia moderna
ha bisogno del lavoro di entrambi i coniugi per poter sopravvivere”, lo stesso lavoro
rischia di diventare motivo di destabilizzazione della coppia. Un rischio che secondo
mons. Brambilla, si può verificare su due fronti: quando prevale nella coppia “l’immagine
sociale che la persona vale tanto quanto più produce e guadagna” e quando i tempi
del riposo dal lavoro dell’uno e dell’altra non coincidono. “Oggi si assiste ad un
nuovo rapporto tra tempo del lavoro, del riposo e della festa”, ha poi spiegato il
vescovo ausiliare di Milano citando l’economista Stefano Zamagni e riferendosi ai
turni che possono non far coincidere la libertà dal lavoro con la domenica. “Il rischio
è che il tempo libero sia solo concepito come tempo del riposo del singolo individuo
e non come momento di condivisione all’interno e fuori dalla famiglia”. Quello del
lavoro domenicale, insieme alla necessità del recupero di una concezione più evangelica
dell’uomo e della festa, è uno dei temi trattati anche nei dieci laboratori tematici
riservati ai direttori e operatori della pastorale sociale giunti al convegno di Rimini
dalle varie diocesi. Tra gli altri, la necessità di educare alla sobrietà e a nuovi
stili di vita meno dediti ai miti del consumo, del benessere a tutti i costi e del
lusso, e il rapporto tra economia ed etica. (M.G.)