Appello Onu alla Siria: stop alle violenze. 40 morti nelle manifestazioni anti-regime
Forte appello dell’Onu alle autorità siriane dopo le manifestazioni anti-regime di
ieri, nel corso delle quali hanno perso la vita almeno 40 civili. In un messaggio
il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, invita Damasco ad interrompere
le violenze e ad attuare riforme profonde. Intanto, la Lega Araba, che mercoledì scorso
ha incontrato il presidente Bashar al Assad, domani in Qatar incontrerà di nuovo i
vertici di Damasco. Nessuna presa di posizione per ora dal resto della comunità internazionale.
Giancarlo La Vella ne ha parlato con Arduino Paniccia, docente di Studi
Strategici all’Università di Trieste:
R. – Mentre
per la sponda nordafricana vi è stato sicuramente un concerto nel quale anche la Cina
e la Russia, all’interno delle Nazioni Unite, hanno lasciato intervenire la Nato,
questo non è accaduto per la Siria. Quindi non esiste a tutt’oggi ancora un vero accordo
su che cosa fare internazionalmente, né all’interno dell’Europa, né tra Europa e Stati
Uniti, né all’interno delle Nazioni Unite, né all’interno della Nato. Questo è motivo
anche della terribile posizione di stallo di quel Paese.
D. – Si sta
muovendo, invece, a livello diplomatico la Lega Araba: è come se il mondo occidentale
avesse in qualche modo delegato il compito di risolvere una questione che sta diventando
spinosa …
R. – E’ quasi impossibile per la Lega Araba, senza le organizzazioni
che abbiamo citato prima, risolvere una questione così complessa come quella della
Siria. Credo che la delega alla Lega Araba sia un tentativo di prendere tempo da parte
delle organizzazioni internazionali, soprattutto occidentali; ma i nodi arriveranno
inesorabilmente al pettine e non saranno neanche i lodevoli sforzi della Lega Araba
capaci di risolvere un problema così grande che praticamente muove tutti gli equilibri
del Medio Oriente.
D. – Proprio su questo aspetto, in che modo la crisi
siriana può influire sula questione israelo-palestinese?
R. – Credo
che vi sia una duplice posizione. Da un lato, aver smosso gli equilibri bloccati dell’area
con la vicenda siriana, può paradossalmente favorire la soluzione del problema palestinese.
Dall’altro lato, invece, questo macigno della Siria che ha gravato per decenni su
tutto il problema del Medio Oriente affacciato sul Mediterraneo e, soprattutto, sulle
vicende inerenti Israele e Libano, potrebbe – se non risolto bene – diventare invece
una miccia esplosiva che potrebbe veramente compromettere anche quel po’ di equilibrio
tra guerra e pace che si è avuto in Medio Oriente fino ad oggi. (gf)