2011-10-28 14:08:58

"The Lady" di Luc Besson, biografia di Aung San Suu Kyi, inaugura il Festival del Film di Roma


Si è inaugurato con il film "The Lady" del regista francese Luc Besson il Festival Internazionale del Film di Roma giunto alla sesta edizione: una biografia del Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, eroina vivente che nel Myanmar di oggi, l'antica Birmania, donna dolce e coraggiosa che combatte pacificamente a fianco del suo popolo per il ritorno della democrazia e della pace nel suo Paese. Il servizio di Luca Pellegrini:RealAudioMP3

Stella della Birmania, orchidea d'acciaio: la chiamano così per la luminosità della fede nella pace e nella democrazia, per la strenua forza che la rende capace di resistere e affrontare un regime militare. Questa è Aung San Suu Kyi, l'eroina vivente del popolo birmano, premio Nobel per la Pace nel 1991, ancora lì, a calpestare la sua terra violata e violentata, in mezzo al suo popolo per condurlo con passi leggeri e non violenti, con un sorriso e assoluta determinatezza, alle soglie di una nuova convivenza. Luc Besson se ne è innamorato da subito, del personaggio, forse troppo, pur nella difficoltà di non averlo mai potuto incontrare direttamente: donna, madre, fiera lottatrice e tenera idealista, il film - con un prologo breve ambientato nel 1947 quando il padre, acclamato eroe dell'indipendenza, viene assassinato - la segue a partire dal suo ritorno a Rangoon nel 1988 per essere al capezzale della madre, diventando da subito attivista per i diritti umani, alfiere della democrazia, confinata poi agli arresti domiciliari, isolata dal mondo e solo da un anno parzialmente libera. Nuoce al film, che pure ha il lodevole merito di raccontare una storia vera e necessaria, mantenendone alto il profilo morale e, all'opposto, immorale dei suoi protagonisti, la tendenza ad infilarsi troppo nelle vicende familiari, decisamente lacrimevoli, sfilandosi dai lati più crudi degli avvenimenti, come abbozzati in una storia rosa, più che raccontati con il piglio della denuncia. L'attrice cinese Michelle Yeoh, assai brava, è la fragile Suu Kyi, e ci commuove e ci rinfranca che sia il coraggio di una donna disarmata e debole e sola, violentata e umiliata negli affetti, a far fronte a un regime militare. Accompagna l'uscita del film una sua frase: "Usate la vostra libertà per promuovere la nostra". Le responsabilità del nostro mondo le sono ben presenti. Ma a noi, lo sono?







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