2011-10-26 14:12:28

Pakistan: Paul Bhatti chiede il “silenzio-stampa per la salvezza di Asia Bibi”


“Faccio appello ai mass-media perché, d’ora in poi, adottino un silenzio-stampa sul caso di Asia Bibi. E’ necessario non per voler nascondere la verità o tacitare i mezzi di informazione, ma per poter agire realmente per la salvezza della donna, lontano dai riflettori e dalle attenzioni dei gruppi fondamentalisti. Mi rivolgo alla coscienza e alla responsabilità di tutti”: è l’appello lanciato, tramite l’agenzia Fides, da Paul Bhatti, fratello del ministro ucciso, Shabhaz Bhatti, e Consigliere speciale del Primo Ministro per gli affari delle Minoranze religiose. “Il caso di Asia Bibi – spiega Bhatti – è un caso tragico, ma non è il solo: vi sono centinaia di altre persone che soffrono per gli abusi delle legge sulla blasfemia. Come governo siamo convinti che la legge debba essere emendata o abolita. Ma occorre trovare la strada e il momento giusto”. Nella fase attuale, c’è una ripresa delle proteste dei gruppi estremisti islamici in favore di Mumtaz Qadri, l’assassino di Salman Taseer, ex governatore del Punjab, che aveva difeso Asia Bibi e chiesto una modifica della legge sulla blasfemia. Qadri è stato condannato a morte e ora è in corso il processo di appello presso l’Alta Corte di Islamabad. Bhatti afferma: “Che Mumtaz Qadri, un criminale, possa essere proclamato eroe nazionale dai movimenti islamici estremisti è incettabile, per un elementare senso di giustizia e umanità, prima che per i principi di fede”. Intanto il giudice Pervez Ali Shah, che ha condannato a morte Qadri in primo grado, è stato costretto a lasciare il Paese, per le minacce ricevute dai gruppi estremisti. Secondo il Consigliere, “per migliorare le condizioni delle minoranze religiose in Pakistan, occorre lavorare per un cambio di mentalità e di cultura nel Paese, operando su due direttrici: l’istruzione e il dialogo interreligioso, perchè si possono promuovere valori comuni a tutti come il rispetto della vita umana, la tolleranza, la costruzione di una nazione pacifica”. “Di recente ho incontrato oltre 50 imam (capi di preghiera islamica) con cui abbiamo discusso di questi temi”, racconta Bhatti a Fides. Anche all’estero, prosegue Bhatti, “ho incontrato i rappresentanti religiosi islamici di Turchia e Indonesia, confrontandomi sui mezzi e le modalità per ridurre l’intolleranza. Urge un’istruzione di livello universitario per tutti gli imam, per arginare le scuole di pensiero fondamentaliste”. (R.P.)







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