Kenya. Stupro e violenza sessuale: dramma delle donne fuggite dalla Somalia
“Secondo una breve analisi realizzata per il Programma sulla violenza di genere (Gbv)
a Dadaab, stupro e violenza sessuale sono i problemi più sentiti dalle donne e dalle
ragazze fuggite dalla Somalia, e continuano ad esserlo, anche se in misura minore,
nei campi”. E’ quanto si legge in una nota del responsabile del Gbv del Comitato internazionale
di soccorso (Irc) a Dadaab, pervenuta all’agenzia Fides. Finora sono stati registrati
solo 30 casi di stupro tra gennaio e luglio 2011, segnala l'Unhcr a Dadaab. Non tutte
denunciano le violenze per paura di subirne nuove e peggiori. Per molte di loro, che
ogni giorno percorrono il cammino verso Dadaab insieme a centinaia di persone stanche,
deboli e malnutrite in fuga dalla carestia, è un viaggio straziante. La maggior parte
porta i propri figli legati sulla schiena. Le più fortunate, oltre ai propri figli,
dalle loro case in Somalia riescono a salvare pochi averi che trasportano sui carri
trainati dagli asini. Una volta arrivate a Dadaab, quasi tutte si dichiarano rifugiate
e si sottopongono ai controlli medici con i loro figli. Viene loro assegnata una tenda,
senza porta, finestre, mobili e perfino letti, e un kit di base per la casa. Nonostante
tutto, è comunque un posto che possono chiamare casa. Alcuni sono nati qui nel 1991,
quando il campo fu allestito per la prima volta, e non hanno mai avuto nessun altro
riparo. Anche dopo essersi ambientate, le donne non parlano delle violenze subite
durante il viaggio. Inoltre, se gli episodi di violenza sembra siano meno frequenti
all'interno dei campi, alcune donne confessano di non sentirsi sicure e di aver paura
anche di notte, mentre dormono nei loro rifugi improvvisati. Alcune continuano a subire
violenza da parte dei loro partner. Il rischio maggiore nel campo è quando sono costrette
ad allontanarsi in cerca di legna per il fuoco. (R.P.)