Spagna: appello dei vescovi per le prossime elezioni generali
“Ogni cittadino valuti, secondo coscienza, a chi dare il proprio voto per ottenere,
tutti insieme, il maggiore bene possibile in questo momento”: è l’appello lanciato
dalla Conferenza episcopale spagnola, in vista delle prossime elezioni generali, fissate
per il 20 novembre. In una nota pubblicata ieri, al termine della 221.ma riunione
della Commissione permanente, i presuli spagnoli ribadiscono di voler offrire “una
serie di considerazioni a partire dall’orizzonte dei fondamenti pre-politici del diritto,
senza entrare nelle opinioni di partito e senza pretendere di imporre a nessuno un
determinato programma politico” ed auspicano elezioni “veramente libere e responsabili”.
In questo senso, la Cee ricorda che “le decisioni politiche devono essere morali e
giuste, non solo consensuali e efficaci”. Pertanto, i vescovi iberici affrontano alcune
tematiche importanti per la realtà sociale del Paese: innanzitutto, la tutela del
diritto alla vita, dal concepimento fino alla morte naturale; poi la difesa del matrimonio
basata sull’unione tra un uomo e una donna, finalizzata al bene comune degli sposi
e dei loro figli. Altro problema evidenziato dai vescovi riguarda l’attuale crisi
finanziaria globale che “reclama politiche sociali ed economiche responsabili, promotrici
della dignità della persona e portatrici di lavoro per tutti”. Con uno sguardo particolare
alle famiglie e ai giovani, la Cee sottolinea l’importanza di “politiche a favore
della libera iniziativa sociale nella produzione, della giusta distribuzione dei redditi
e dell’attenzione ai bisogni delle categorie più vulnerabili, come gli anziani, gli
ammalati ed i migranti”. Inoltre, la Conferenza episcopale spagnola richiama l’attenzione
sul diritto dei genitori di impartire ai propri figli “l’educazione filosofica, morale
e religiosa che desiderano”, evitando “imposizioni dallo Stato”, poiché “l’insegnamento
della religione e della morale cattolica nelle scuole statali, come materia fondamentale
facoltativa, è un modo di garantire i diritti della società e dei genitori”. Poi,
i presuli affermano che “si riconosce la legittimità morale dei quei regionalismi
che, in modo pacifico, desiderano una nuova configurazione dell’unità dello Stato
spagnolo”; tuttavia, allo stesso tempo, si sottolinea la necessità di “tutelare il
bene comune della nazione spagnola nel suo insieme, evitando i rischi di manipolazione
della verità storica e dell’opinione pubblica a causa di pretese separatiste o ideologiche
di qualunque tipo”. Di qui, anche la condanna del terrorismo, definita “una pratica
intrinsecamente perversa, del tutto incompatibile con una visione giusta e ragionevole
della vita”. L’ultimo punto della nota episcopale contiene un richiamo alla comunità
internazionale, affinché attui le giuste politiche “per la ricerca sincera della pace,
basate sul rispetto del diritto, nazionale e internazionale, così come sulla promozione
della solidarietà tra i popoli e le culture”. Oltre alla nota relativa alle prossime
elezioni, la Cee ha pubblicato anche un comunicato di sintesi dei lavori svolti, durante
i quali ci si è soffermati sul tema della libertà religiosa e delle discriminazioni
dei cristiani: esprimendo apprezzamento per la Risoluzione approvata dall’Osce nel
luglio scorso, i presuli ne riprendono l’esortazione a “tutelare la libertà religiosa
dei cristiani e a promuovere il loro contributo nella società”, affinché essi aiutino,
con il loro esempio, “la difesa della dignità di tutti gli esseri umani che ha inizio
nella libertà e nella coesione sociale”. La Commissione Permanente ha anche cominciato
a lavorare sul nuovo piano pastorale, che sarà dedicato alla Nuova Evangelizzazione,
ed ha esaminato un documento dedicato alla trasmissione della fede nelle famiglie,
nelle parrocchie e nelle scuole. Infine, si è disposto che nella Plenaria che avrà
luogo dal 21 al 25 novembre, la Giunta dedicata a San Giovanni d’Avila presenti un
programma di promozione della figura del Santo, prossimo Dottore della Chiesa, come
annunciato ad agosto scorso da Benedetto XVI, durante il suo viaggio apostolico a
Madrid. (I.P.)