Myanmar. Chiese sequestrate, ragazze violentate: abusi dei militari sui cristiani
kachin
I militari dell’esercito birmano continuano le violenze sui civili e non risparmiano
le chiese: è quanto denunciano fonti dell’agenzia Fides nella diocesi di Banmaw, nel
Nord del Mynamar, dove prosegue cruenta la guerra contro le minoranze etniche kachin,
circa un milione di indigeni, in maggioranza cristiani. Una fonte della chiesa locale
di Banmaw racconta con preoccupazione gli ultimi episodi di inaudita violenza: domenica
scorsa, 16 ottobre, un battaglione dell’esercito ha preso il controllo della chiesa
cattolica del villaggio di Namsan Yang, nella municipalità di Waimaw, dove una ventina
di fedeli, soprattutto donne e anziani, si erano riuniti per la Messa domenicale.
“L’esercito ha usato il compound della chiesa come base, in un’area dove c’erano combattimenti”,
spiega la fonte. Un catechista, Jangma Awng Li, che conosce la lingua birmana, ha
cercato di parlare con i capi militari, ma è stato brutalmente picchiato. Lui e altri
quattro uomini sono stati ammanettati e arrestati dai soldati (e rilasciati dopo alcuni
giorni). Le truppe hanno continuato la loro avanzata, utilizzando molti civili cristiani
per i lavori forzati e si sono poi accampati nel compund di una chiesa battista, sempre
nell’area di Waimaw. Prima di lasciarle, i soldati hanno bruciato le proprietà ecclesiastiche
di entrambe le chiese. I fedeli del villaggio, quasi tutti cristiani, sono stati cacciati,
alcuni picchiati e costretti ai lavori forzati. Una ragazza di 19 anni è stata presa
e ha subìto uno stupro di gruppo da parte dei soldati. “Ho saputo dell’uccisione
di almeno sei civili nelle scorse settimane” dice la fonte di Fides. “Le violenze
dei militari continuano e la popolazione kachin le percepisce come pulizia etnica.
I rifugiati aumentano. Non capiamo la strategia del governo birmano. La questione
è: vorrà garantire diritti umani, giustizia e uguaglianza ai cittadini delle minoranze
etniche che abitano il paese?”. Dopo il blocco della diga di Myitsone, sul fiume Irrawaddy,
si sperava in un cambiamento, ma “la situazione resta grave, il popolo kachin non
si fida del governo, che ha fatto solo promesse”. Le violenze, documentate anche dall’Ong
cristiana “Christian Solidarity Worldwide” (Csw), continuano: a Momauk, circa 500
sfollati interni si sono rifugiati in una chiesa. In un nota inviata a Fides, Csw
afferma: “Tali attacchi brutali alle comunità religiose e ai civili sono in netto
contrasto con la recente retorica del regime sulla riforma e sulla costruzione della
pace. Stupri, lavori forzati e eliminazione di civili sono crimini contro l'umanità.
Esortiamo il presidente Thein Sein a porre fine agli attacchi e a dichiarare un cessate
il fuoco, per avviare un serio processo di riconciliazione nazionale”. (R.P.)