In Aula Paolo VI il Papa assisterà al concerto dell’Opera di Stato della Baviera e
della Audi Jugendchorakademie
La "Sinfonia n.9 in re minore" e il "Te Deum" di Anton Bruckner: sono i brani che
nel pomeriggio di oggi l’Orchestra dell’Opera di Stato della Baviera, diretta da Ken
Nagano, e la Audi Jugendchorakademie, diretta da Martin Steidler, eseguiranno alla
presenza di Benedetto XVI. Il concerto, in programma nell’Aula Paolo VI alle 17.45,
vedrà come solisti Eri Nakamura, soprano, Okka von der Damerau, contralto, e Steven
Humes, basso. Philippa Hitchen, della nostra redazione inglese, ha intervistato
alla vigilia il maestro Ken Nagano:
R. – There are many musicians
in the Staatsorchester who have … Nella “Staatsorchester” ci sono molti
musicisti che hanno diversi talenti. Uno di loro è impegnato con una compagnia di
registrazione “Farao”, un'etichetta indipendente, piccola, una "boutique" delle incisioni…
Loro hanno collaborato con Audi più volte e in diverso modo: ad esempio sullo sviluppo
della ricerca sulla possibilità di migliorare il suono in un’automobile, ma hanno
anche registrato diversi concerti. Attraverso questa etichetta un giorno mi è arrivato
il suggerimento di ascoltare il coro dell’Audi. Ho preso sul serio questa indicazione
e sono andato ad ascoltare una loro esibizione. La combinazione tra una profonda preparazione
musicale e l'impegno nel sociale mi ha trasmesso un grande senso di ottimismo, mi
ha fatto sentire che la nuova generazione si sta veramente sviluppando con un serio
impegno nei riguardi dell’arte. Ho pensato che questa collaborazione debba continuare:
questo è uno dei progetti per i quali ho suggerito tale collaborazione e sono veramente
felice per il fatto che il coro giovanile dell’Audi abbia aderito. L’altro aspetto
per il quale abbiamo recentemente collaborato è stata la registrazione di alcune opere
sconosciute di Schumann insieme alla “Notte di Valpurga” di Mendelssohn, la “Nenia”
di Brahms: si tratta di particolari opere corali che richiedono una tecnica veramente
raffinata. E spero proprio che questi progetti abbiano un seguito.
D.
– Perché la scenta del “Te Deum”? E’ un’opera difficile, in particolare per le voci
giovani…
R. – It’s a challenging work for all voices, so challenging
… E’ un’opera che rappresenta una sfida per tutte le voci, così difficile
che raramente se ne può ascoltare un’esecuzione. La struttura dell’opera è una grande
sfida perché è difficile intrecciarsi in una forma coerente: l’orchestrazione è impegnativa
e cantarla è un’impresa molto, molto complessa, è sul serio un impegno fisico importante
per un coro. Ma abbiamo fatto le prove a Monaco e siamo sicuri del fatto che quello
che stiamo portando in Vaticano sia qualcosa di speciale.
D. – Lei ha
diretto nei più prestigiosi auditorium e nelle più note sale da concerto nel mondo.
Cosa significa per lei, personalmente, dirigere un’orchestra qui, in Vaticano, per
Benedetto XVI?
R. – It is something extraordinary. To be honest, I’m
a little bit excited … E’ sicuramente un evento straordinario. Onestamente,
sono un po’ emozionato di sperimentare l’acustica dell’Aula Paolo VI: non ci sono
mai stato, ma mi hanno detto che l’acustica rappresenta un aspetto impegnativ, andrò
molto presto per ascoltare… Ma a prescindere da questo, ovviamente il Vaticano è un
simbolo ed è molto di più che un simbolo semplicemente legato alla religione: esso
comprende la storia, la tradizione, l’arte e la spiritualità. Credo che chiunque riceva
l’invito di suonare in Vaticano - e per di più alla presenza del Papa - lo consideri
un grande onore, una cosa veramente speciale, assolutamente indipendente da qualsiasi
prospettiva religiosa. Ecco, per tutti questi aspetti che il Vaticano comprende, è
comunque un grande onore potervisi esibire.
D. – E’ risaputo che il
Papa sia un grande amante della musica classica. Quanto è importante avere un pubblico
che apprezza?
R. – We offered several programs to the Vatican, and this
is the program … Abbiamo proposto tre programmi, e questo è quello che è
stato scelto. Prima di venire qui, ho guardato il telegiornale e tutto l’incredibile
disastro che ci circonda… Mi sembra, in qualche modo, il momento giusto per suonare
la Nona Sinfonia di Bruckner.
D. – Immagino che dopo il concerto lei
avrà occasione per scambiare qualche parola con il Papa. C’è qualcosa in particolare
che vuole dirgli?
R. – It’s rather privat! Direi che questo
è riservato…
D. – Quanto è importante per musicisti di nome, come lei
stesso, dedicare tanto tempo e tanto impegno e tanta energia al lavoro con i giovani
musicisti?
R. – Of all of my colleagues, I can’t think of an exception.
… Non riesco a immaginare uno solo dei miei colleghi che non la pensi allo
stesso modo. Noi tutti pensiamo – e questo si è dimostrato vero, se guardiamo indietro
nella storia – che una parte della nostra responsabilità di artisti è assicurarci
che non ci limitiamo a trarre profitto dal grande repertorio che abbiamo ereditato
nella nostra tradizione, ma che curiamo questa stessa tradizione nel nostro tempo
affinché la generazione successiva possa a sua volta ereditare questa grande, ricca
tradizione che è stata nostra, e magari aggiungendo qualche capitolo nuovo. (gf)