2011-10-22 16:09:18

In Aula Paolo VI il Papa assisterà al concerto dell’Opera di Stato della Baviera e della Audi Jugendchorakademie


La "Sinfonia n.9 in re minore" e il "Te Deum" di Anton Bruckner: sono i brani che nel pomeriggio di oggi l’Orchestra dell’Opera di Stato della Baviera, diretta da Ken Nagano, e la Audi Jugendchorakademie, diretta da Martin Steidler, eseguiranno alla presenza di Benedetto XVI. Il concerto, in programma nell’Aula Paolo VI alle 17.45, vedrà come solisti Eri Nakamura, soprano, Okka von der Damerau, contralto, e Steven Humes, basso. Philippa Hitchen, della nostra redazione inglese, ha intervistato alla vigilia il maestro Ken Nagano:

R. – There are many musicians in the Staatsorchester who have …
Nella “Staatsorchester” ci sono molti musicisti che hanno diversi talenti. Uno di loro è impegnato con una compagnia di registrazione “Farao”, un'etichetta indipendente, piccola, una "boutique" delle incisioni… Loro hanno collaborato con Audi più volte e in diverso modo: ad esempio sullo sviluppo della ricerca sulla possibilità di migliorare il suono in un’automobile, ma hanno anche registrato diversi concerti. Attraverso questa etichetta un giorno mi è arrivato il suggerimento di ascoltare il coro dell’Audi. Ho preso sul serio questa indicazione e sono andato ad ascoltare una loro esibizione. La combinazione tra una profonda preparazione musicale e l'impegno nel sociale mi ha trasmesso un grande senso di ottimismo, mi ha fatto sentire che la nuova generazione si sta veramente sviluppando con un serio impegno nei riguardi dell’arte. Ho pensato che questa collaborazione debba continuare: questo è uno dei progetti per i quali ho suggerito tale collaborazione e sono veramente felice per il fatto che il coro giovanile dell’Audi abbia aderito. L’altro aspetto per il quale abbiamo recentemente collaborato è stata la registrazione di alcune opere sconosciute di Schumann insieme alla “Notte di Valpurga” di Mendelssohn, la “Nenia” di Brahms: si tratta di particolari opere corali che richiedono una tecnica veramente raffinata. E spero proprio che questi progetti abbiano un seguito.

D. – Perché la scenta del “Te Deum”? E’ un’opera difficile, in particolare per le voci giovani…

R. – It’s a challenging work for all voices, so challenging …
E’ un’opera che rappresenta una sfida per tutte le voci, così difficile che raramente se ne può ascoltare un’esecuzione. La struttura dell’opera è una grande sfida perché è difficile intrecciarsi in una forma coerente: l’orchestrazione è impegnativa e cantarla è un’impresa molto, molto complessa, è sul serio un impegno fisico importante per un coro. Ma abbiamo fatto le prove a Monaco e siamo sicuri del fatto che quello che stiamo portando in Vaticano sia qualcosa di speciale.

D. – Lei ha diretto nei più prestigiosi auditorium e nelle più note sale da concerto nel mondo. Cosa significa per lei, personalmente, dirigere un’orchestra qui, in Vaticano, per Benedetto XVI?

R. – It is something extraordinary. To be honest, I’m a little bit excited …
E’ sicuramente un evento straordinario. Onestamente, sono un po’ emozionato di sperimentare l’acustica dell’Aula Paolo VI: non ci sono mai stato, ma mi hanno detto che l’acustica rappresenta un aspetto impegnativ, andrò molto presto per ascoltare… Ma a prescindere da questo, ovviamente il Vaticano è un simbolo ed è molto di più che un simbolo semplicemente legato alla religione: esso comprende la storia, la tradizione, l’arte e la spiritualità. Credo che chiunque riceva l’invito di suonare in Vaticano - e per di più alla presenza del Papa - lo consideri un grande onore, una cosa veramente speciale, assolutamente indipendente da qualsiasi prospettiva religiosa. Ecco, per tutti questi aspetti che il Vaticano comprende, è comunque un grande onore potervisi esibire.

D. – E’ risaputo che il Papa sia un grande amante della musica classica. Quanto è importante avere un pubblico che apprezza?

R. – We offered several programs to the Vatican, and this is the program …
Abbiamo proposto tre programmi, e questo è quello che è stato scelto. Prima di venire qui, ho guardato il telegiornale e tutto l’incredibile disastro che ci circonda… Mi sembra, in qualche modo, il momento giusto per suonare la Nona Sinfonia di Bruckner.

D. – Immagino che dopo il concerto lei avrà occasione per scambiare qualche parola con il Papa. C’è qualcosa in particolare che vuole dirgli?

R. – It’s rather privat!
Direi che questo è riservato…

D. – Quanto è importante per musicisti di nome, come lei stesso, dedicare tanto tempo e tanto impegno e tanta energia al lavoro con i giovani musicisti?

R. – Of all of my colleagues, I can’t think of an exception. …
Non riesco a immaginare uno solo dei miei colleghi che non la pensi allo stesso modo. Noi tutti pensiamo – e questo si è dimostrato vero, se guardiamo indietro nella storia – che una parte della nostra responsabilità di artisti è assicurarci che non ci limitiamo a trarre profitto dal grande repertorio che abbiamo ereditato nella nostra tradizione, ma che curiamo questa stessa tradizione nel nostro tempo affinché la generazione successiva possa a sua volta ereditare questa grande, ricca tradizione che è stata nostra, e magari aggiungendo qualche capitolo nuovo. (gf)







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