2011-10-21 14:22:04

Riconciliazione, perdono, unità: le speranze dei vicari apostolici di Bengasi e Tripoli


Sul ruolo dei cristiani in Libia oggi, ecco la riflessione del vicario apostolico di Bengasi, mons. Sylvester Carmel Magro, al microfono di Luca Collodi:RealAudioMP3

R. – I cristiani continuano con la loro testimonianza quotidiana. Penso ad esempio alle infermiere; ci sono molte infermiere, per la maggior parte filippine, che lavorano con i malati. E poi noi abbiamo le nostre suore, le religiose: si tratta di persone che non sono scappate quando sono fuggiti tutti, che sono rimaste al loro posto di lavoro: è una testimonianza di come si possa credere nella ricostruzione con l’aiuto del Signore.

D. – Mons. Magro, cosa significa questa svolta per i libici?

R. - Forse era la speranza di tantissimi, della maggioranza. Quello che anche noi sentiamo con loro è il bisogno della riconciliazione, di un ritorno ad un sentimento nazionale e come cristiani preghiamo e offriamo le nostre difficoltà, che soffriamo quotidianamente con loro, al Signore della pace perché dia ai governanti e ai responsabili lo spirito nazionale e soprattutto la riconciliazione che viene da Dio.

R. - Il futuro dei cristiani in Libia non cambierà?

R. – Non credo, perché il Paese ha bisogno della manodopera straniera … Speriamo che a tutti vengano riconosciuti i propri diritti e la libertà, come l’abbiamo avuta finora, di praticare e vivere la nostra religione, la nostra fede. (bf)

La Chiesa cattolica, dunque, segue da vicino la sorte del popolo libico. Con quali speranze? Luca Collodi lo ha chiesto al vicario apostolico di Tripoli, mons. Giovanni Innocenzo Martinelli:RealAudioMP3

R. – Il popolo libico ha delle capacità straordinarie: capacità di ripresa ed anche di perdono. Queste situazioni provocano inevitabilmente molte vittime e violenze. Mi auguro che i libici possano farcela, che possano ricominciare da capo con coraggio, perdonando e cercando di guardare al futuro mantenendo i piedi per terra.

D. – Il Paese resterà unito, secondo lei?

R. – Questa è una sfida che ci si aspetta. Tutti vogliono l’unità del Paese. Ci sono stati dei momenti di tensione al punto da desiderare la divisione. Ma questo personalmente non lo credo ed il popolo libico non lo vuole. Certo, ci saranno delle grosse tentazioni. Tentazioni di poter conquistare una regione o un’altra, ma penso prevarrà la saggezza e la buona volontà del popolo libico. (vv)







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