L'uccisione del dittatore libico, Muammar Gheddafi, è al centro delle manifestazioni
in Siria dopo la preghiera del venerdì, nelle quali si torna a chiedere la rimozione
del presidente, Bashar Assad. Lo riferiscono attivisti e residenti. "Gheddafi è finito.
Ora è il tuo turno, Bashar Assad!", gridavano i dimostranti nella città di Maaret
al-Numaan, nelle provincia nordorientale di Idlib. Nelle ultime 24 ore, almeno 15
persone sono rimaste uccise in Siria secondo quanto riferito dagli attivisti antiregime,
che stilano un bilancio totale, aggiornato ad oggi, di 3.568 morti accertati, per
lo più civili, dall'inizio delle proteste nel marzo scorso. L'agenzia ufficiale Sana
dal canto suo riferisce dell'uccisione di tre soldati governativi ieri. Molte delle
uccisioni sono avvenute ieri e soprattutto nella regione di Homs, confinante col Libano;
in quella meridionale di Daraa a ridosso della frontiera con la Giordania; a Hama
nel centro, ad Aleppo nel nord, a Idlib nel nordovest e a Dumayr, sobborgo di Damasco.
Due soldati semplici, presunti disertori, sono stati uccisi a Zamalka, nei pressi
della capitale, e nel cuore stesso di Damasco, a Midan. Citata dalla tv panaraba al
Jazira, che mostra in diretta tramite Skype un mega raduno di protesta a Homs, la
fonte precisa che i tre civili sono stati uccisi a Bab Sbaa, quartiere della terza
città siriana epicentro della rivolta.