Giornata Mondiale dell'Osteoporosi: in Italia, la patologia colpisce 5 milioni di
persone
L'osteoporosi causa nel mondo una frattura ogni tre secondi. Proprio per sensibilizzare
su questo tema per oggi è stata indetta la Giornata Mondiale dell'Osteoporosi, patologia
che colpisce in Italia cinque milioni di persone. Un’epidemia silenziosa, la definisce
Maria Luisa Brandi, presidente della Fondazione "Firmo" che appunto si occupa
di prevenzione e informazione su questa malattia. La sua riflessione nell'intervista
di Alessandro Guarasci:
R. – L’osteoporosi
è una condizione di rischio che non dà segno di sé e quando ce ne accorgiamo abbiamo
già avuto spesso la prima frattura da fragilità. E’ senz’altro silenziosa ed è senz’altro
un’epidemia, perché i numeri parlano chiaro: circa 100 mila fratture di femore sopra
i 65 anni.
D. – E’ un problema che colpisce soprattutto le donne oppure
anche gli uomini ne sono affetti?
R. – Un milione e mezzo di uomini
in Italia, oggi, si considera affetta da una condizione di fragilità; quindi, sicuramente
anche gli uomini. Poi, le osteoporosi cosiddette secondarie, cioè quelle causate da
farmaci o da malattie, toccano tutti i sessi e tutte le età.
D. – Che
cosa possiamo fare sul fronte della prevenzione?
R. – Nutrirsi bene,
stare attenti all’assunzione dei minerali, perché l’osso, al contrario di tutti gli
altri tessuti, a parte il dente, è calcificato e, quindi, ha bisogno di minerali,
soprattutto di calcio. La quantità raccomandata nella popolazione adulta è intorno
ad un grammo di calcio al giorno. Bisogna fare attività fisica regolarmente e poi
accertarsi che la quantità di vitamina D, che è l’ormone che ci fa assorbire calcio
a livello intestinale, sia sufficiente. Nell’anziano sappiamo già di non esserlo e
quindi per l’anziano vanno fatte delle supplementazioni adeguate di vitamina D.
D.
– I costi per la collettività in Italia?
R. – Sono stati quantificati
soprattutto sulle fratture di femore. Noi sappiamo oggi che abbiamo circa 100 mila
fratture di femore in Italia, oltre i 65 anni, e possiamo supporre che la maggior
parte di questi siano da fragilità, perché sono in una popolazione di età avanzata,
e non da traumi. In queste fratture sono stati quantificati costi diretti intorno
a un miliardo di Euro. Se consideriamo anche altre fratture, come quelle di tibia
o di avambraccio ed alcune delle fratture vertebrali - quelle diagnosticate - che
sono circa il 20 per cento, arriviamo ad un miliardo e 500 milioni di Euro: costi
altissimi.
D. – Darebbe un consiglio ai comuni cittadini: “bevete molto
latte” oppure è solo uno slogan?
R. – Il latte va bene per chi ne può
fare uso, che non ha allergie o intolleranze al latte o ai latticini, però consideriamo
che un bicchiere di latte contiene circa 300 milligrammi di calcio. Se mille milligrammi
sono quelli che dobbiamo introdurre, in un bicchiere di latte intanto ne troviamo
300.(ap)