Pkk uccide 26 soldati turchi, Ankara ordina raid aerei sui curdi
Esplode nuovamente la tensione tra ribelli curdi del Pkk e Turchia. Aviazione ed esercito
turco stamattina hanno condotto diversi raid contro postazioni dei separatisti in
Iraq in risposta al doppio attacco in Turchia contro obiettivi militari che ha provocato
la morte di ameno 26 soldati. Il presidente Gul ha giurato vendetta nei confronti
della formazione. Eugenio Bonanata ha raccolto il commento di Alberto Rosselli,
giornalista ed esperto dell'area:
R. – Questi
ennesimi scontri stanno a dimostrare una rigidità di atteggiamento sia da parte del
governo turco sia da parte del partito dei lavoratori del Kurdistan. Trattative non
ce ne sono mai state, in effetti, fra le due componenti. E’ una guerra, quella fra
il Pkk e Turchia, che rischia però di creare una fortissima tensione e rischia di
coinvolgere altre nazioni. Non a caso, i raid aerei turchi hanno interessato la zona
irachena e, in passato, ci sono state anche questioni di confine fra Siria e Turchia,
che sono entrambe però in contrasto con il Pkk.
D. – Qual è la posizione
della comunità internazionale?
R. – Dal punto di vista della politica
internazionale, o meglio del giudizio della diplomazia internazionale, tutto tace
e nessuna nazione, nessuna potenza prende una posizione chiara sia nei confronti della
Turchia sia nei confronti del Pkk, che però - ricordiamo - è stato definito un’organizzazione
terroristica da Paesi come Turchia, Stati Uniti, Unione Europea, Siria e Australia.
Questo conflitto dura da decenni e non è mai stata presa una posizione, anche perché
si tratta di una regione molto nevralgica. Ricordiamo che il Kurdistan è una zona
che potenzialmente è molto ricca di petrolio, per cui la comunità internazionale sta
alla finestra, guarda e spera che le cose si possano risolvere da sole.
D.
– Anche la Cina resta alla finestra?
R. – La Cina ha un occhio di riguardo
per quello che succede in Medio Oriente e, soprattutto, in Centro Asia e ce l’ha in
funzione turca in quanto, nel prossimo decennio, sarà molto probabile un ipotetico
conflitto economico fra Cina e Turchia, perché la Turchia sta effettuando degli enormi
investimenti in Asia Centrale, nelle Repubbliche asiatiche centrali, che sono anche
un po’ nel mirino economico della Cina. (ap)