Presuli statunitensi in visita in Iraq: la situazione dei cristiani è molto difficile
La situazione dei cristiani in Iraq resta ancora molto difficile ed è essenziale che
il ritiro delle ultime truppe americane nei prossimi mesi sia accompagnato da un piano
che garantisca una transizione pacifica senza nuove violenze. È quanto hanno affermato
mons. George Murry, segretario della Conferenza episcopale statunitense (Usccb) ,
e mons. Gerald Kicanas, presidente dei Catholic Relief Services (Crs) al rientro da
una recente visita di quattro giorni a Baghdad su invito dei vescovi iracheni. Durante
la visita, i due presuli americani hanno incontrato le quattro comunità cattoliche
della capitale irachena: la caldea, la latina, l’armena e la siro-cattolica. Un’occasione
per toccare con mano le difficoltà e le aspirazioni dei cristiani e di tutti i cittadini
iracheni. Tra i momenti più toccanti la preghiera sulle tombe dei due sacerdoti uccisi
nella strage del 31 ottobre dell’anno scorso nella chiesa siro-cattolica di Nostra
Signora del Perpetuo Soccorso. I vescovi americani hanno inoltre concelebrato una
messa nella Chiesa dell’Assunzione con mons. Shlemon Warduni e mons. Benjamin Sleiman
insieme ai fedeli caldei e latini e hanno incontrato la piccola comunità armena guidata
dall’arcivescovo Emmanuel Dabbaghian. L’impressione che hanno ricevuto è quella di
una comunità ancora molto provata: "A causa delle tensioni religiose, i cristiani
in Iraq non si sentono sicuri nelle loro chiese e nelle loro case", ha detto mons.
Murry. "Molti sono emigrati al nord del Paese o hanno abbandonato definitivamente
l’Iraq, cosa che preoccupa molto i vescovi iracheni”. Di “situazione disperata” per
i cristiani ha parlato anche mons. Kikanas: “Se non avranno opportunità di lavoro,
una maggiore stabilità e la pace continueranno ad emigrare”, ha detto il vescovo di
Tucson. Mons. Murry e mons. Kicanas hanno anche avuto modo di visitare i progetti
realizzati dalla Caritas locale a favore della popolazione cristiana e musulmana.
“Siamo stati molto colpiti dal gran bene che viene fatto dal personale e dai volontari
della Caritas”, ha detto mons. Murry. “Questi aiuti offrono anche un’opportunità di
dialogo tra persone di fede diversa aiutandole a una migliore comprensione reciproca”.
(A cura di Lisa Zengarini)