2011-10-17 15:01:02

Iniziativa dell'università Lateranense per gli studenti fuori sede


Aiutare i ragazzi che arrivano per la prima volta a Roma per studiare, a sentirsi accolti e non estranei. Questo è tra gli obiettivi della Settimana dell’accoglienza degli universitari fuori sede, che si aprirà domani, sul tema “Nessuno a Roma è fuori sede: l’accoglienza dell’ intelligenza”, promossa dall’Ufficio per la Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma. Tra gli appuntamenti, il 20 ottobre, un seminario di studio sull’accoglienza, in collaborazione con Roma Capitale e la Festa degli universitari fuori sede al Teatro Argentina. Marina Tomarro ha intervistato mons. Enrico Dal Covolo, rettore della Pontificia Università Lateranense, tra i promotori dell’ iniziativa:RealAudioMP3

R. – La pastorale universitaria deve puntare a un’educazione integrale delle persone che frequentano le università romane. Roma è una città universitaria nella quale c’è la concentrazione più numerosa al mondo di istituzioni universitarie e ci sono numerosi studenti fuori sede. Questo crea problemi dal punto di vista logistico di appartamenti, di luoghi dove stare, di sopravvivenza economica, e crea problemi anche dal punto di vista della formazione spirituale che non solo non deve interrompersi ma anzi deve andare avanti.

D. – In che modo la pastorale universitaria può aiutare concretamente questi ragazzi ad ambientarsi a Roma?

R. - Innanzitutto la pastorale universitaria dovrebbe aggregare questi giovani, cioè fare in modo che non si sentano soli ma tra loro si conoscano e facciano gruppo. Da questo punto di vista è molto interessante la grande riunione che ci sarà la sera del giorno 20 nel teatro Argentina: sarà un primo momento di aggregazione per questi giovani fuori sede. Naturalmente non basta che si conoscano tra di loro ma occorre fare proposte molto concrete. Per quanto riguarda noi pastori, quest’anno, in modo particolare, vorremmo insistere sulla sacramentalizzazione, cioè sui sacramenti dell’iniziazione cristiana. E’ impressionante vedere quanti di questi giovani non hanno ricevuto il Sacramento della Confermazione e allora si tratta proprio di organizzare un cammino pastorale in questa direzione.

D. - Molti di questi ragazzi dopo il primo anno abbandonano l’università. In che modo si può cercare di arginare questo fenomeno?

R. – Dal punto di vista pastorale si tratta di far sì che comunque vada, cioè anche fosse un anno solo non sia un’esperienza negativa dal punto di vista spirituale. Come si fa? Ricostruendo un cammino spirituale di accompagnamento centrato proprio sui Sacramenti. Dal sud, per esempio, parecchi giovani fuorisede vengono a Roma e hanno molte volte un cammino parrocchiale molto intenso, di grande accompagnamento: vengono a Roma e non trovano nulla, tutto crolla. Questo potrebbe far diventare l’esperienza romana un’esperienza gravemente negativa. L’intento che ci proponiamo è di sostenere i cammini già iniziati, fare in modo che essi non si frantumino, non si arrestino, e d’altra parte proporre anche cammini nuovi di impegno nella Chiesa. (bf)







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