2011-10-17 13:58:43

Il governatore della Bce, Trichet: l'Unione europea intervenga sul sistema finanziario


L'Euro non è “minacciato” dalla crisi del debito, ma l'Unione europea deve modificare il proprio trattato per evitare che un Paese in difficoltà metta in pericolo l'intera area. L’avvertimento arriva dal presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet che, all'indomani del G20 finanziario di Parigi, sostiene che il sistema finanziario è fragile e che c'è ancora molto lavoro da fare. Salvatore Sabatino ne ha parlato con Gianfranco Viesti, docente di Economia applicata presso l’Università di Bari:RealAudioMP3

R. - Preoccupazione perché Trichet continua a dirci “attenti alle banche, attenti al settore finanziario”. La crisi potrebbe assumere un nuovo volto e passare da crisi del debito dei Paesi a crisi del settore bancario europeo. Secondo commento, bisogna guardare lontano a ragione e quindi modificare i trattati europei, le competenze del Consiglio e della Commissione in questa materia e, naturalmente, bisogna capire in che direzione, perché è evidente a molti che bisogna andare più avanti nell’integrazione europea, ma le resistenze non sono poche. Ultimo commento: per cambiare i trattati ci vuole molto tempo, ci vuole l’unanimità dei 27 Stati membri e processi di approvazione complessi. Quindi, bisogna comunque avere una strategia di risposta alla crisi che sia a trattati vigenti, non possiamo aspettare di cambiarli, perché chissà cosa succederà...

D. - Secondo indiscrezioni di stampa, la Cina avrebbe presentato un’offerta per salvare l’Euro. Quali rischi e quali benefici comporterebbe?

R. - Al momento si possono vedere soltanto, prevalentemente, benefici, nel senso che la Cina dispone di riserve straordinarie di capitali, che sono il frutto di tutti i suoi surplus di bilancio commerciale degli ultimi dieci anni e cerca investimenti a basso rischio per titoli da comprare con il suo capitale. Tradizionalmente ha sempre investito in dollari e in titoli di Stato americano, principalmente. Potrebbe investire in Europa di più, soprattutto se ci fossero titoli denominati in Euro, ma garantiti dall’intera Unione Europea, perché questi avrebbero un rischio minore. Nel mondo non mancano i soldi. La disponibilità di questi prestiti, di questi investimenti in titoli europei, è un fenomeno positivo. Siamo noi che dobbiamo mettere a disposizione di questi investitori dei titoli sui quali il rischio sia più basso e quindi il rendimento sia più contenuto, perché altrimenti comprare i titoli di Stato italiano, che purtroppo rendono moltissimo in questo periodo, diventa sin troppo facile.

D. - E intanto Francia e Germania sono sulla strada per raggiungere un accordo per ridurre il debito della Grecia e fermare il contagio. Si conferma, dunque, il primato dell’asse franco-tedesco in Europa. Gli altri Paesi restano a guardare?

R. - Questa non è una buona notizia, perché è vero che nella storia dell’Europa c’è sempre stata una leadership informale della Francia e della Germania, ma in questo momento indebolire troppo le istituzioni europee non è una buona notizia. Certamente, questo dipende dal fatto che francesi e tedeschi preferiscano parlare molto di più fra di loro, piuttosto che con gli altri, ma anche dalla debolezza degli altri partner europei. Con la debolezza degli altri, la leadership franco-tedesca sta diventando da capo un fatto. Ripeto, non è però una circostanza particolarmente positiva.(ap)







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