Il governatore della Bce, Trichet: l'Unione europea intervenga sul sistema finanziario
L'Euro non è “minacciato” dalla crisi del debito, ma l'Unione europea deve modificare
il proprio trattato per evitare che un Paese in difficoltà metta in pericolo l'intera
area. L’avvertimento arriva dal presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude
Trichet che, all'indomani del G20 finanziario di Parigi, sostiene che il sistema finanziario
è fragile e che c'è ancora molto lavoro da fare. Salvatore Sabatino ne ha parlato
con Gianfranco Viesti, docente di Economia applicata presso l’Università di
Bari:
R. - Preoccupazione
perché Trichet continua a dirci “attenti alle banche, attenti al settore finanziario”.
La crisi potrebbe assumere un nuovo volto e passare da crisi del debito dei Paesi
a crisi del settore bancario europeo. Secondo commento, bisogna guardare lontano a
ragione e quindi modificare i trattati europei, le competenze del Consiglio e della
Commissione in questa materia e, naturalmente, bisogna capire in che direzione, perché
è evidente a molti che bisogna andare più avanti nell’integrazione europea, ma le
resistenze non sono poche. Ultimo commento: per cambiare i trattati ci vuole molto
tempo, ci vuole l’unanimità dei 27 Stati membri e processi di approvazione complessi.
Quindi, bisogna comunque avere una strategia di risposta alla crisi che sia a trattati
vigenti, non possiamo aspettare di cambiarli, perché chissà cosa succederà...
D.
- Secondo indiscrezioni di stampa, la Cina avrebbe presentato un’offerta per salvare
l’Euro. Quali rischi e quali benefici comporterebbe?
R. - Al momento
si possono vedere soltanto, prevalentemente, benefici, nel senso che la Cina dispone
di riserve straordinarie di capitali, che sono il frutto di tutti i suoi surplus di
bilancio commerciale degli ultimi dieci anni e cerca investimenti a basso rischio
per titoli da comprare con il suo capitale. Tradizionalmente ha sempre investito in
dollari e in titoli di Stato americano, principalmente. Potrebbe investire in Europa
di più, soprattutto se ci fossero titoli denominati in Euro, ma garantiti dall’intera
Unione Europea, perché questi avrebbero un rischio minore. Nel mondo non mancano i
soldi. La disponibilità di questi prestiti, di questi investimenti in titoli europei,
è un fenomeno positivo. Siamo noi che dobbiamo mettere a disposizione di questi investitori
dei titoli sui quali il rischio sia più basso e quindi il rendimento sia più contenuto,
perché altrimenti comprare i titoli di Stato italiano, che purtroppo rendono moltissimo
in questo periodo, diventa sin troppo facile.
D. - E intanto Francia
e Germania sono sulla strada per raggiungere un accordo per ridurre il debito della
Grecia e fermare il contagio. Si conferma, dunque, il primato dell’asse franco-tedesco
in Europa. Gli altri Paesi restano a guardare?
R. - Questa non è una
buona notizia, perché è vero che nella storia dell’Europa c’è sempre stata una leadership
informale della Francia e della Germania, ma in questo momento indebolire troppo le
istituzioni europee non è una buona notizia. Certamente, questo dipende dal fatto
che francesi e tedeschi preferiscano parlare molto di più fra di loro, piuttosto che
con gli altri, ma anche dalla debolezza degli altri partner europei. Con la debolezza
degli altri, la leadership franco-tedesca sta diventando da capo un fatto. Ripeto,
non è però una circostanza particolarmente positiva.(ap)