Ogni funzione civile va esercitata con grande dignità e responsabilità: così il Papa
ai prefetti d'Italia
Di fronte alle attuali “circostanze di incertezza sociale ed economica” è necessario
non scoraggiarsi ma affrontare le questioni “con grande senso del dovere e con prudenza,
non venendo mai meno all’ossequio alla verità e al coraggio della difesa dei beni
supremi” e difendendo “le categorie più deboli”: è l’invito del Papa durante l’incontro
in Vaticano con i prefetti d’Italia.
Benedetto XVI ha indicato come esempio
la “luminosa figura di sant’Ambrogio”, patrono dei prefetti, che prima di diventare
vescovo di Milano svolse “una brillante carriera di alto funzionario pubblico” al
servizio dell’Impero romano. Un compito che “lo pose all’ammirazione di molti quale
integerrimo funzionario civile”. Per sant’Ambrogio – ha spiegato il Papa – “la funzione
civile è talmente eminente e insigne da rivestire un carattere quasi ‘sacro’; pertanto
essa richiede di venire esercitata con grande dignità e con un vivo senso di responsabilità.
Questo santo Vescovo e Dottore della Chiesa, animato da grande amore e rispetto tanto
per le Istituzioni statali quanto per quelle ecclesiali – ha rilevato il Papa - costituisce
uno straordinario esempio di rettitudine, specialmente il suo lealismo alla legge
e la fermezza contro le ingiustizie e le oppressioni, come pure per la sua parresia,
con la quale richiamava anche i potenti, e a tutti insegnava i principi dell’autentica
libertà e del servizio”. Il Pontefice ha poi ricordato che “la pubblica amministrazione,
a qualsiasi livello, quale strumento dello Stato, ha come finalità quella di servire
i cittadini…. Il ruolo di chi lavora nella pubblica amministrazione non va concepito
come qualcosa di impersonale o burocratico, bensì come un aiuto premuroso per i cittadini,
esercitato con spirito di servizio”.