Msf denuncia l’invio di aiuti scadenti a milioni di bambini malnutriti
Gli aiuti forniti oggi ai bambini malnutriti sono di qualità scadente. Serve invece
cibo “terapeutico” ad alto valore proteico, oggi disponibile, da distribuire nei primi
due anni di età per evitare pesanti conseguenze fisiche e psicologiche su intere popolazioni.
E’ la denuncia lanciata da Medici Senza Frontiere (Msf), che ieri ha organizzato a
Roma, nell’aula della Commissione Difesa al Senato, insieme alla Comunità di S.Egidio
e alla Commissione diritti umani del Senato, un incontro intitolato “Fame di denuncia:
perché il cibo non basta”. Durante il convegno, organizzato a pochi giorni dalla Giornata
Mondiale dell'alimentazione del 16 ottobre, si è ricordato che la malnutrizione, nel
mondo, riguarda 195 milioni di bambini sotto i 5 anni. E’ la causa nascosta, inoltre,
di almeno un terzo degli otto milioni di decessi di bambini al di sotto dei 5 anni,
la maggior parte nell’Africa sub-sahariana e in Asia. A loro vengono inviati aiuti
alimentari inadeguati e cibo scadente. “Il sistema globale degli aiuti alimentari
– ha affermato Unni Karunakara, presidente internazionale di Msf - non è ancora al
passo con i progressi fatti dalla scienza della nutrizione”. Alcune organizzazioni
internazionali, come il Programma Alimentare Mondiale (Pam), stanno adeguando le forniture,
come nel caso delle crisi nutrizionali in Niger, Somalia, Kenya, per le inondazioni
in Pakistan e il terremoto a Haiti. Ma “i bambini che vivono fuori da queste grandi
emergenze – ha sottolineato Karunakara - continuano a ricevere prodotti che non soddisfano
i loro specifici bisogni nutrizionali”. Al convegno è intervenuto anche Amir Mahmoud
Abdulla, vicedirettore esecutivo del Programma Alimentare Mondiale dell’Onu. “Occorre
mettere a punto - ha detto - programmi specifici e non basta riempire la pancia dei
bambini, è necessario nutrirli con un’alimentazione corretta”. A nome della Comunità
di Sant’Egidio, ha preso la parola Michelangelo Bartolo, coordinatore del progetto
“Dream” della Comunità. Dream, acronimo di “Drug Resource Enhancement against Aids
and Malnutrition”, è un programma avviato nel 2002 con un approccio globale per curare
l’Aids in Africa. Sono oltre 160.000 le persone assistite nel corso degli anni, di
cui 27.000 minori e 14.000 bambini sani nati da madre affetta da Hiv (il 98% del totale).
Sono state più di un milione – ricorda l'agenzia Sir - le visite mediche effettuate
e circa 4000 i professionisti e 1.500 gli attivisti sociali locali, formati con i
corsi organizzati dalla Comunità. Tuttavia, ha concluso Michelangelo Bartolo, “c’è
bisogno ancora di attenzione verso l’Africa: bisogna dire ad una sola voce che l’Africa
ha bisogno dell’Europa”. (A.L.)