Incontro per la Nuova evangelizzazione. Chiara Amirante: testimoniare la gioia
che solo il Risorto può portare
Grande attesa per l’incontro “Nuovi evangelizzatori per la Nuova Evangelizzazione”,
promosso dal Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione.
L’evento che prenderà il via domani mattina, si terrà nell’Aula Nuova del Sinodo in
Vaticano, ed avrà come momento introduttivo la relazione del presidente del dicastero
organizzatore, mons. Rino Fisichella, e proseguirà con un confronto tra i responsabili
delle realtà ecclesiali per la Nuova Evangelizzazione. Domani sera, poi, alle 18.30
è in programma l’incontro con il Papa. Sull’importanza di questo incontro, Alessandro
Gisotti ha intervistato Chiara Amirante, fondatrice della comunità “Nuovi
Orizzonti” e consultore del dicastero per la nuova evangelizzazione:
R. - Credo
che, come non mai in questo tempo, sia assolutamente un’urgenza: è un tempo in cui
l’uomo contemporaneo credo abbia fatto il grande errore di aver fatto della felicità
il proprio Dio e di aver dimenticato che Dio è la felicità. I giovani d’oggi, cercando
la felicità nelle vie del mondo che il mondo propone e che troppo spesso sono vie
di morte, restano imprigionati in quei paradisi artificiali che lentamente uccidono
l’anima. Quindi credo che ci sia assolutamente urgenza che noi cristiani facciamo
nostra la parola d’ordine di San Paolo: “Guai a me, se non testimoniassi il Vangelo!”.
E proprio cercando di essere testimoni di quella gioia che solo Cristo Risorto ci
può portare.
D. - Benedetto XVI, come il Beato Giovanni Paolo II, danno
grande importanza, attenzione e incoraggiamento ai movimenti ecclesiali, alle realtà
laicali: ma quale può essere il loro contributo per la nuova evangelizzazione?
R.
- C’è stato un fiorire di movimenti, in questo nostro tempo, veramente meraviglioso.
Se crediamo che i movimenti sono suscitati dallo Spirito Santo, non possiamo non credere
che ogni movimento abbia un carisma, dono dello Spirito Santo, proprio per il bene
comune. I movimenti possono portare quell’abbondanza di frutti per cui sono stati
donati e soprattutto quel vivere in comunione la radicalità del messaggio evangelico,
perché il mondo possa riscoprire la rivoluzione dell’amore, la rivoluzione del Vangelo
e i cristiani possano essere di più in comunione a Cristo, vivere la radicalità del
Vangelo e vivere con la radicalità la Parola, una Parola che è Parola di Dio e che
ci dischiude sempre questi nuovi e meravigliosi orizzonti di pace, di gioia, di libertà.
D. - Quale ruolo può avere e quale contributo può dare il genio femminile
alla nuova evangelizzazione?
R. - Credo che una caratteristica proprio
della donna sia la maternità, questa capacità di accoglienza, di amore: contributo
specifico che la donna, per quelle che possono essere le sue caratteristiche, può
portare a questa nuova evangelizzazione, è quello descritto così bene da Santa Teresina,
quando diceva di voler aspirare un po’ a tutti i carismi e di aver scoperto poi la
via migliore di tutte, quella espressa così bene da San Paolo, quando diceva: “Se
parlassi tutte le lingue della terra, ma non avessi l’amore, niente mi giova”. E Santa
Teresina, dicendo appunto che voleva aspirare ai carismi più grandi, diceva: “Finalmente
ho trovato qual è il mio posto nella Chiesa, sarà l’amore!”. (mg)